Nell’incontro dei rappresentanti delle Regioni con il Ministro della Salute, Orazio Schillaci e con il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è emerso quello che già si sapeva, ma che non era mai stato dichiarato ufficialmente in un documento. Non ci sono abbastanza soldi per la sanità, dicono le Regioni, che sono quelle che devono erogare le prestazioni. E c’è il rischio che non si possano più assistere le fasce più deboli. Se il rapporto spesa sanitaria/Pil dovesse rimanere al 6% anche nei prossimi anni, bisognerà dire ai cittadini che non si possono più aspettare dal Ssn quello che hanno avuto finora.
Per avere un servizio sanitario come quello del Regno Unito bisognerebbe destinare alla sanità 20 miliardi in più all’anno. Per non parlare di quello tedesco: per eguagliarlo ci vorrebbero 40 miliardi in più all’anno. Teniamo presente che l’aumento della spesa sanitaria stabilito dalla legge di bilancio di quest’anno è stato di soli 2 miliardi.
Alla luce di questo allarme è stato deciso di comune accordo con i ministri di aprire un tavolo che stabilisca che cosa fare per evitare l’interruzione dei servizi.
Le Regioni hanno chiesto “di rendere esigibile il principio secondo il quale nessuna regione debba sottoporsi a Piani di rientro o di riduzione dei servizi o aumento della fiscalità generale a causa del mancato riconoscimento dell’attuale criticità finanziaria dovuta ai costi riguardante l’emergenza pandemica ed energetica. In caso contrario ne andrebbe progressivamente ed irrimediabilmente compromesso il sistema sanitario universalistico italiano”.
Dalle pagine de L’Adige abbiamo più volte e da tempo denunciato la situazione critica del Servizio Sanitario Nazionale per quel che riguarda le risorse che ha a disposizione. Non sono sufficienti per calare nella realtà il principio universalistico che stabilisce che tutti hanno il diritto di essere curati gratis per il semplice fatto di esistere. Un principio sacrosanto, che però se non viene supportato da adeguate risorse diventa una semplice dichiarazione d’intenti che però non può essere messa in pratica. Se non si sono abbastanza risorse è allora necessario dirlo ai cittadini, Non situò più far finta di niente o mettere la testa sotto la sabbia. O si tagli da qualche altra parte oppure bisogna fare delle scelte che, pur rispettando il diritto universale alle cure, lo moduli in base alle risorse disponibili, introducendo un sistema di franchigie.