Il 15 marzo è la Giornata del Fiocchetto Lilla è dedicata all’anoressia, alla bulimia e agli altri disturbi alimentari, che non solo sono in crescita, ma insorgono sempre più precocemente, anche a 12 anni e colpiscono soprattutto le femmine. Non mangiare o mangiare troppo poco; mangiare oltre le proprie necessità o esageratemente, per poi magari vomitare il tutto e in ogni caso avere nei confronti del cibo un rapporto non normale sono altrettanti segnali che il disturbo alimentare sta insorgendo. Quando una persona comincia a stare attenta in modo ossessivo a ciò che mangia o al proprio peso o è esageratemente interessata al cibo vuol dire che il disturbo alimentare è iniziato. Prima s’interviene più è facile risolvere il problema. Ma non sempre il portatore del disturbo o chi gli sta vicino se ne rende conto tempestivamente.
Si calcola che al mondo siano 55 milioni le persone che ne soffrono. 3 milioni in Italia, il 5% della popolazione: l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia. Poco meno del 60% ha fra il 13 e i 25 anni, ma c’è un 6% con meno di 12 anni. Negli ultimi due anni si è registrato un aumento del 30%. E’ stato considerato un effetto della pandemia, soprattutto per i più giovani come conseguenza dell’isolamento e delle diminuite relazioni sociali.
Fra i disturbi dell’alimentazione è l’anoressia il più diffuso: il 42%, seguito dalla bulimia per il 18% e dal disturbo da alimentazione incontrollata (bing eating) per un 14%.
Le cause sono generalmente psicologiche. Ed è proprio su questo aspetto che si basa una delle ultime evoluzioni nell’ambito della terapia per l’anoressia: il ricorso alla realtà virtuale. Funziona, come un gioco, soprattutto per le adolescenti, che immergendosi in un mondo virtuale adattato alla loro psicologia possono riceverne benefici aumentando la loro fiducia nel mondo reale.
Fondamentale affinché il disturbo non si cronicizzi è individuarlo al suo insorgere. Per questo è fondamentale il ruolo dei genitori che non devono mai sottovalutare gli atteggiamenti anormali dei figli nei confronti del cibo.