(di Giorgio Massignan) Durante la Prima Guerra d’Indipendenza, nell’esercito di Carlo Alberto militarono molti volontari italiani. Dopo la sconfitta dei piemontesi, l’atteggiamento del governo austriaco nei confronti delle popolazioni del Lombardo-Veneto, subì un forte inasprimento. Dall’agosto del 1848 all’agosto del 1849, furono giustiziati 961 patrioti e inflitte oltre 4.000 condanne al carcere per cause politiche. Furono requisiti i beni degli espatriati e imposti pesanti tributi alle popolazioni italiane. Come reazione, i patrioti si ribellarono, incontrandosi e organizzandosi segretamente, per creare un movimento cospirativo policentrico in tutto il Lombardo-Veneto.
Seguivano le idee di Giuseppe Mazzini, che mirava a raggiungere la liberazione dagli occupanti stranieri, l’unità d’Italia e la repubblica, attraverso le insurrezioni popolari.
Il primo Comitato patriottico nacque il 2 novembre 1850 a Mantova, ne era ispiratore Don Enrico Tazzoli, un prelato mantovano vicino ai mazziniani, che aveva contatti con figure notevoli del movimento.
Pur in un clima difficile, con soldati e poliziotti austriaci in numero tale da scoraggiare qualunque iniziativa rivoluzionaria, il conte Carlo Montanari, il poeta Aleardo Aleardi e altri, organizzarono un Comitato patriottico mazziniano anche a Verona, presso la libreria di Domenico Cesconi, in Corticella Leoni. Ma, l’attività dei Comitati di Mantova, di Venezia e di Verona durò poco più di un anno, perché gli adepti furono scoperti dall’efficiente polizia politica austriaca, processati e condannati. La maggior parte dei prigionieri furono sottoposti alla tortura e qualcuno non resistette alle sofferenze e confessò; altri morirono prima di parlare.
L’8 luglio 1852 Carlo Montanari fu accusato di aver tentato di mappare le fortificazioni di Mantova e di Verona. Si trattava di spionaggio militare ed era prevista la pena di morte. I Comitati Democratici furono decapitati, dieci patrioti furono impiccati, uno fucilato, molti arrestati e alcuni fuggirono in Piemonte o in Svizzera.
Queste le date delle esecuzioni a Belfiore:
28 ottobre 1851: Don Giovanni Grioli di Mantova.
7 dicembre 1852: Don Enrico Tazzoli di Mantova, Angelo Scarsellini di Legnago, Carlo Poma di Mantova, Bernardo Canal di Venezia, Giovanni Zambelli di Venezia.
3 marzo 1853: Tito Speri di Brescia, Carlo Montanari di Verona, don Bartolomeo Grazioli di Mantova.
19 marzo 1853: Pietro Frattini di Mantova.
4 luglio 1855: Pietro Fortunato Calvi di Venezia.