(s.c.) A Bovolone, nell’aprile del 1996, il giardino del quartiere Aie era stato intitolato all’indimenticato cantautore Augusto Daolio, storico leader dei “Nomadi“, scomparso il 7 ottobre del 1992 a 45 anni a causa di un tumore ai polmoni. Poco dopo la cerimonia, però, la targa sparì e della memoria dell’artista, nonché del nome del parco, se ne perse il ricordo. A distanza di ben 27 anni, in seguito ad una visita fatta lo scorso anno dalla compagna di Augusto, Rosanna Fantuzzi al sindaco Orfeo Pozzani, l’Amministrazione comunale ha riscoperto la storia del nome del parco e ha deciso di installare una nuova targa all’entrata di via Siena. La targa, pertanto, è stato posta in questi giorni dal primo cittadino Pozzani, accompagnato da una delegazione dell’Amministrazione e dai referenti dell’associazione “Augusto per la Vita”.
La targa riporta la stessa frase di quella del 1996 (estrapolata dal testo del brano intitolato “Un figlio dei fiori non pensa al domani”, contenuto nel secondo album dei “Nomadi”): “I fiori che hai dentro non farli morire ma lascia che s’aprano ai raggi del sole”.
“Con questo semplice gesto”, spiega Pozzani, “abbiamo voluto non solo rimettere le cose a posto, ma dare un nuovo valore sia alla figura di Augusto Daolio che al parco stesso. Il verso della canzone scritto sulla targa «diventa un invito per ognuno di noi a condividere ciò che ha, le proprie idee e speranze, fiori che spesso portiamo dentro ma che se donati, se lasciati aprire ai raggi del sole, certamente profumeranno di vita la nostra comunità di Bovolone. Che questo parco diventi un segno concreto, e un impegno, ad essere cittadini attivi per una società di benessere per tutti noi. Daolio è stato un grande artista e ancora oggi la sua voce e le sue opere ci donano emozioni, insegnamenti e storie che portiamo dentro. A Bovolone”, conclude, la sua presenza vive in quello che da oggi è il Parco Augusto Daolio”. Nell’epoca della nascita del beat, Daolio si appassionò alla musica da adolescente e fondò con l’amico Beppe Carletti il suo primo gruppo, i Monelli, che ottenne un discreto successo. Fu il 1963 la data di nascita però del nuovo gruppo di Augusto e Beppe: i Nomadi, una formazione destinata a fare la storia della musica italiana. Nella band, Augusto divenne il cantante, l’autore dei testi e più in generale il trascinatore.
Nato come gruppo beat, quello dei Nomadi fu un complesso capace di spaziare dal rock al pop, con vaghe incursioni prog e uno sguardo sempre interessato anche al folk di carattere politico. Tra le loro canzoni più famose in assoluto arrivò nel 1972 “Io vagabondo”. La pittura, altro suo grande impegno artistico, non è mai stata un’attività subalterna a quella musicale ed era frutto delle sue capacità naturali ed istintive. La sua “maniera” di disegnare e dipingere non era schiava di un metodo, così come quella di comporre. Tutto quello che Augusto Daolio presentava era sempre e comunque ben radicato nella natura, madre e ancella di tutte le cose.