(di Stefano Cucco) Una mostra dedicata al pittore veronese Plinio Corso. Venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 marzo nella Sala Birolli dell’Ex Macello nel Rione Filippini (con ingresso da via Macello 17 e da via Pallone) a Verona è aperta al pubblico l’esposizione antologica “L’Uomo che amava i fiori”, organizzata dalla Prima Circoscrizione del Comune di Verona in collaborazione con la Galleria Massella Aps (Associazione di promozione sociale e culturale).
La mostra presenta la collezione di quadri su tela incorniciati di varie misure (50×60 cm, 60×80 cm) raccolti secondo varie tematiche: prati fioriti, vasi di composizioni floreali, nature morte con frutta; scorci e piazze del centro storico di Verona (Piazza Erbe, Madonna Verona, Piazza Bra, San Giorgio, il Teatro Romano); navi e burchi sul fiume; paesaggi montani, dalla Lessinia alle Dolomiti; la serie di fossili; ritratti ed immagini sacre. Saranno esposti anche originali sassi dipinti con fiori, fra cui innumerevoli orchidee. Completeranno la mostra alcune foto incorniciate e riflessioni scritte dall’artista, documenti unici di un periodo storico e del suo vissuto artistico.
Venerdì 17 marzo dalle ore 17 alle ore 19,30 si tiene la cerimonia d’inaugurazione con gli interventi di Lorenzo Dalai, presidente della Prima Circoscrizione del Comune di Verona, Licia Massella, curatrice della mostra, Gianluigi Guarneri, critico d’arte, e i tre figli dell’artista. Conduce Massimo Coserini.
“L’uomo che amava i fiori” è il pittore Plinio Corso, nato il 23 maggio del 1928 a Montorio e scomparso il 18 gennaio del 2018, artista particolare e geniale nello stesso tempo. Di famiglia umile e povera, maggiore di cinque fratelli, ha voluto sempre migliorare le sue condizioni con lo studio, la creatività, l’impegno e tanto lavoro. Ha studiato canto lirico, chitarra e arte all’Accademia Cignaroli di Verona. Inizialmente ha lavorato come manovale nella piccola impresa del padre. Durante le stagioni estive come cameriere sul Liston di Piazza Bra, al Ristorante Ulivo, all’Hotel Colomba d’Oro e nelle stagioni invernali in Alto Adige, come responsabile barman, al Grand hotel 5 stelle Cavallino Bianco di Ortisei. Esperienze ed ambienti di stile, storia e cultura che hanno certamente arricchito il suo animo creativo. La conoscenza di persone note come Arnoldo Mondadori, da cui è nata un’amicizia di rilievo e reciproca stima, gli ha permesso di entrare a far parte della grande Casa Editrice e tornare a Verona come correttore di bozze per la rivista Epoca. Il matrimonio e tre figli esprimono il suo amore per la famiglia. Sempre costante è stata la sua pittura, attraverso cui, silenziosamente, ha espresso e raccontato l’incanto per la città di Verona, l’amore per la sua terra nei paesaggi di montagna, la delicatezza e forza della natura in numerose composizioni floreali.
Questa mostra personale antologica è stata fortemente voluta dai tre figli Roberta, Fabrizio e Daniele. La mostra, ad ingresso libero, è visitabile il 17, 18 e 19 marzo dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 16 alle ore 19,30.