(di Giorgio Massignan) I freni principali che hanno impedito all’Hellas Verona di mantenersi nella media classifica della seria A, a mio modesto parere, sono stati i presidenti e le relative società. Verona è una città ricca, con imprese importanti ed imprenditori facoltosi. La squadra è seguita da una numerosissima e generosa tifoseria che non merita la situazione che sta vivendo la squadra. In questi ultimi anni si sarebbe potuto iniziare un ciclo e affiancare la nostra squadra all’Udinese, al Sassuolo e anche all’Atalanta. I giocatori e gli allenatori validi ci sono stati, così come il direttore sportivo.
La società, per motivi di bilancio, ha preferito vendere i migliori cambiando tutto e i risultati i stanno vedendo. Non conosco quanti e quali siano gli oneri finanziari della gestione dell’Hellas e neppure i costi generali e le retribuzioni dei dirigenti. So che si è venduto e incassato molto e che la squadra si è indebolita. Che fare? Attendere un nuovo affarista che acquisti la società per il proprio business? No!
Proposta: sarebbe opportuno cercare altre forme di gestione della squadra, mai sperimentate in Italia in società di serie A, ma presenti ai massimi livelli all’estero. Ci vorrebbe un Cottarelli veronese che promuovesse un’ampia sottoscrizione di tifosi e che, sull’esempio del Real Madrid, del Bayer di Monaco e di altre società minori, formasse una cordata in grado di acquistare l’Hellas. Utopia? Forse, ma se alcuni imprenditori veronesi amanti del calcio si affiancassero alle migliaia dei tifosi sottoscrittori, potrebbe diventare realtà. Una partecipazione attiva dei tifosi, per poter trasmettere un contributo positivo, ad uno sport che si sta allontanando dalla gente. Sarebbe necessario superare la figura del tifoso-cliente in favore del tifoso-protagonista, grazie ad un suo coinvolgimento diretto e attivo nella gestione della società.
In Italia, ci sono parecchie realtà che stanno intraprendendo un percorso di partecipazione attività dei tifosi. Hanno costituito delle associazioni, o dei comitati o delle cooperative, che si basano su alcuni principi di base: inclusività, democraticità (una testa, un voto), propensione al valore sociale del calcio, assenza di scopi di lucro. Per il momento, sono presenti solo in realtà minori, ma in futuro…