Le cure dentali sono di fatto escluse dal Ssn. E’ un buco nero che costringe molti italiani che n on hanno la possibilità di pagare il dentista a non curarsi la bocca con tuto quel che ne consegue. Questo non è giusto, ma è dovuto al fatto che le cure odontoiatriche se prese in carico dal sistema pubblico ne farebbero saltare il bilancio. Perciò negli anni solo una minima parte della richiesta di salute di competenza dentistica è stata a carico del Ssn. Il resto ricade tutto nel privato. Valgono 15 miliardi le prestazioni odontoiatriche ed il settore dà lavoro a 180 mila persone.
Il governo Meloni sta studiando il m odo di dare una copertura in questo settore della sanità alle fasce deboli, come i bambini e gli anziani. Il ministro Schillaci ha rilevato che “le patologie orali hanno impatti rilevanti sulla qualità della vita delle persone e sulla salute generale nonché un notevole impatto sociale. C’è una quota di popolazione italiana che rinuncia alle cure dentistiche per motivi economici”.
Su questa linea e in accordo con il Consiglio superiore di Sanità il ministro sta pensando di rivedere i Lea (Livelli essenziali di assistenza) inserendo delle prestazioni odontoiatriche, sfruttando delle sinergie “tra strutture pubbliche, università ed industria, unitamente all’applicazione delle nuove tecnologie digitali che consentirebbero abbattere diversi i costi, per mettere in condizione le strutture coinvolte di proporre prestazioni odontoiatriche a prezzi calmierati, accessibili a gran parte della popolazione”.
I dentisti, quasi tutti privati, svolgono un ruolo importante nella prevenzione delle patologie orali, a cominciare dalla carie, dalla malattia parodontale e dei tumori del cavo orale, patologie, queste ultime, in aumento a causa dell’anzianizzazione della popolazione.
E’ importante che il governo individui delle sinergie fra pubblico e privato per dare una copertura, almeno alle fasce economicamente più disagiate, anche alle cure della bocca.