(s.t.) Nel marzo del 2008 ancora non lo sapevamo, ma sul mondo economico si stavano addensando nuvoloni gonfi di grandine: sei mesi dopo, il fallimento di Lehman Brothers diede origine alla più devastante recessione globale, durata per almeno sei anni e dal cui per certi versi non siamo mai usciti. Ma ci è servita – almeno in parte – per ripensare al nostro modello di sviluppo e cercare strade nuove. Quel che stava per succedere non lo sapeva neanche Giulio Fezzi, ma deve aver pensato che era un buon momento per creare una sua società nel settore della consulenza, dopo esperienze tra banche, finanza, aziende e da ultimo assicurazioni, dirigente ai vertici di Cattolica.
Quindi una mini-sede in Corso Cavour, lui come presidente, Giovanna Saraconi come AD e l’avvocato Alberto Fezzi. Un nome, Phoenix Capital, uno slogan già chiaro, “Far succedere le cose” e nel logo la mitologica fenice a disegnare la visione e l’approccio a una forma di consulenza pragmatica e concreta, impegnata a fare e ri-lanciare, migliorando passo dopo passo. Dopo 15 anni Phoenix Capital Iniziative di Sviluppo è diventata un polo tutto veronese (ma non solo) di consulenza manageriale, corporate finance e servizi tecnologici e operativi per lo sviluppo del business e l’ottimizzazione di processi e progetti di banche, assicurazioni, operatori dei pagamenti e imprese. Un team di quasi 80 persone tra dipendenti e consulenti divisi tra quattro sedi: Verona, Milano (e in Piazza Affari!), Roma e Lussemburgo. Una cinquantina di società partner e 16 partecipazioni. Obiettivo per il 2023 crescere anche in Svizzera e in generale nel contesto internazionale, senza dimenticare di sviluppare il rapporto con il territorio.
Chiediamo a Giulio Fezzi cosa aveva in mente quel giorno lasciando gli ormeggi. “L’idea era offrire alle PMI gli stessi strumenti che le big venete avevano già a disposizione: una consulenza avanzata che rappresentasse anche una crescita culturale”, risponde. “Per me e per le imprese nel giro di pochi mesi Phoenix si è rivelata un luogo di rinascita: rimettersi in gioco nel momento peggiore. Da allora questa visione non è cambiata: andiamo avanti tra una crisi e l’altra, senza aspettarci che finiscano ma anzi adattandoci a un’emergenza continua. Per riuscirci ci affidiamo a un modello basato sulla nostra rete di relazioni e competenze, una solida catena fatta di reputazione e valore”.
La curiosità, visto quello che ha passato il mondo in questi anni, è se oggi Fezzi sia soddisfatto. “Lo sono al 120%” e l’emozione è quella dei primi giorni. E’ stata una lunga cavalcata, ricca di iniziative di sviluppo in cui siamo stati pionieri anche nei progetti per territorio. Con il piacere di misurarci con cose sempre nuove: e il 2023 sarà un altro anno importante”. I numeri gli danno ragione. Accanto al team di professionisti ci contano numerose aree presidiate: Business e management consulting, Corporate finance, Cyber & tech solutions; Business process outsourcing; Insurance distribution, defence & industrial; MediaCom, sport, entertainment & culture. Inoltre più di 80 clienti attivi, di cui 19 nuovi solo nel 2022, e dal 2012 una crescita media annua oltre il 26%, numerose certificazioni compresa la sostenibilità. E accordi con università per tirocini formativi con gli studenti e progetti di ricerca e sviluppo.
Un’anima pionieristica che ha messo radici e sta facendo crescere nuovi rami. “Abbiamo preso anche qualche facciata”, ammette Fezzi, “poi ci siamo ripresi. In effetti abbiamo anticipato i tempi, forse anche troppo, ma la visione era giusta. Dico solo che quando abbiamo aperto il primo co-working veronese siamo stati incubatori e acceleratori di spin off dell’Università e di start up sociali. Uno smart office in cui oggi risiedono realtà partner: qui è nato nel 2015 il broker assicurativo Vitanuova e qui risiede CFO Solutions SCF”, cita ricordando che “i dipendenti devono sentirsi un po’ imprenditori, e quando vanno via seguendo la loro strada mi spiace ma sono anche contento perché vuol dire che qui hanno appreso come valorizzare il loro talento. Siamo insomma un ecosistema che si auto rigenera: a volte arrivano qui società e professionisti a proporre nuovi sviluppi di business che implementiamo insieme”.
A proposito delle persone e delle loro competenze, la forza di una società di consulenza si misura anche sulla formazione. Per questo a settembre 2022 è nata Phoenix Business School, un progetto di alta formazione manageriale che offre a dipendenti e collaboratori interni (ma anche a clienti e partner) un master triennale post-laurea in Management consulting e corsi specialistici. Nel 2023 si consoliderà la struttura digitale, con una piattaforma di e-learning e l’avvio di una corporate TV “live e on demand”, strumento trasferibile anche a nuovi clienti.
Sul territorio Phoenix punta a diversificare senza perdere di vista il core business finanziario e l’attenzione alle persone. Per il secondo elemento portante il 2022 è stato l’anno dell’avvio di NextGen Verona, in precedenza Finval, holding di servizi e veicolo di investimento con più di 40 soci. Ma anche della nascita di FC Clivense, caso di scuola di progetto territoriale ha permesso a Phoenix di creare una filiera di competenze utile nello sport ma in prospettiva non solo: il piano di business, il piano finanziario, la comunicazione, la raccolta di finanziamenti in crowdfunding e la ricaduta a valle con il mondo dei giocatori e dei fan sugli spalti e sul digital-hub. “E comunque vada la vicenda sportiva, è stato un successo sociale”.
Tra gli obiettivi 2023 spiccano inoltre un’ulteriore crescita nel core finanziario, lo sviluppo del nuovo filone Mobility; in area tecnologica la prosecuzione della partnership con Fastweb e le collaborazione sulla cyber security con Nethive ed Euroinformatica. E infine una rinnovata attenzione all’internazionalizzazione. “Non facciamo voli pindarici, intendiamo crescere nel team, puntando a 150 persone nei prossimi 3-5 anni. Aumentare la presenza all’estero almeno in tre paesi è il nostro obiettivo”, conclude Fezzi. “Oltre al Lussemburgo ci stiamo strutturando in Svizzera ma guardiamo almeno a un altro Paese”. Anche questo rientra nel progetto di fondo definito Phoenix 3.0: essere una Corporate end-to-end, cioè una filiera completa di persone, competenze, strumenti e partnership in grado di coprire tutto il processo di business e di consulenza.