Tinazzi firma il suo secondo bilancio di sostenibilità che coinvolge tutta la filiera, bottiglie “eco” più leggere, un progetto che sostiene la ricerca a favore dei delfini del Golfo di Taranto, investimenti energetici. L’azienda con sede a Lasize e cento ettari di vigneti tra il Veneto, Puglia e Toscana ha adottato un Codice di condotta dei fornitori, che riguarda tutta la supply chain: ogni anello della catena si assume responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle persone coinvolte nella produzione o nel servizio. In questo modo tutta la filiera ne trae beneficio.
Questo approccio aiuta a individuare soluzioni virtuose: proprio nel 2022 i fornitori di bottiglie hanno avviato un progetto che prevede di impiegare bottiglie più leggere, passando dai 1200 grammi delle “Imperiali” ai 550 grammi delle “Prince”. Un’iniziativa che riduce i consumi energetici, di trasporto e di smaltimento. Inoltre, nel 2023, proseguono gli investimenti in energia rinnovabile, con il raddoppio della superfice fotovoltaica nella sede di Lazise.
Si rafforza anche la partnership con Jonian Dolphin Conservation ETS di Taranto. Tinazzi donerà all’associazione scientifica che studia i cetacei del Golfo di Taranto una royalty di 1 euro per la vendita di ogni bottiglia appartenente alla linea che ha dedicato al progetto. Il gruppo ha infatti adottato tre cetacei tra quelli tracciati e monitorati dai ricercatori, Pontos, un “grampo”, Idros, un capodoglio, e Toosa, un tursiope, il tipo di delfino più conosciuto, e ha battezzato con i loro nomi tre vini, un Primitivo, uno Chardonnay e un Primitivo Rosato. Le donazioni raccolte verranno utilizzate per finanziare importanti progetti di ricerca e di tutela del mare e delle sue specie.
I Tinazzi, nell’antica tradizione veronese, erano recipienti simili a botti dove si metteva l’uva pigiata a fermentare: una famiglia legata al vino persino nell’origine del nome. Non può che cominciare con questo curioso aneddoto la storia di Tinazzi, che inizia alla fine degli anni Sessanta a Cavaion Veronese (VR), grazie all’impegno e alla passione di Eugenio Tinazzi. Gian Andrea Tinazzi, figlio del fondatore, all’epoca ancora diciottenne, segue subito il padre nella conduzione dell’impresa e allarga progressivamente gli orizzonti dell’azienda sia in termini di produzione che di mercati. Toccherà a lui trasformare negli anni l’azienda di famiglia da una realtà locale, che vende vini veneti DOC a piccole realtà del lago di Garda, all’attuale importante Gruppo esteso tra Veneto e Puglia, regione di grande carattere e dalle crescenti potenzialità qualitative, in cui i Tinazzi sono presenti dal 2001.