L’Europa spinge per convincerci a mangiare insetti. Larve, locuste, grilli e le farine prodotte dalla loro essicazione, dicono, sono in grado di fornire quell’apporto proteico che normalmente assumiamo con l’alimentazione tradizionale: carne, pesce, uova, proteine vegetali. L’aumento della popolazione mondiale ed i problemi ambientali derivanti dagli allevamenti intensivi degli animali destinati alla macellazione renderebbero necessaria la svolta alimentare promossa da Bruxelles e accettata, non si sa se per moda, per politically correctness, per snobismo o in alcuni casi anche per convinzione.
Il gusto, lo schifo, il ribrezzo, la repulsione, come la paura o il dolore, sono altrettanti meccanismi con i quali la natura ci mette in guardia da potenziali pericoli. Ci sono poi dei riflessi culturali. Ma in genere, dietro il consolidarsi di una tradizione alimentare, c’è sempre una spiegazione logica. Quella di non mangiare gli insetti nella nostra cultura alimentare è sempre stato un punto fermo. Qualche motivo logico pure ci sarà.
Che poi, se attraverso dei procedimenti fisici ci sia la possibilità di ricavare delle sostanze utili all’alimentazione dell’uomo, ciò non toglie che la repulsione atavica per certi alimenti rimanga. E che magari abbia anche qualche giustificazione scientifica. Come quella che ingerendo insetti e farine da essi derivate si possano scatenare delle reazioni allergiche, che possono andare dalla semplice orticaria passeggera a dei veri e propri shock anafilattici.
Per capirne di più L’Adige ha sentito il parere di uno dei massimi esperti della materia, il prof. Gian Enrico Senna, direttore Centro regionale di riferimento per la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle malattie allergiche che ha sede a Verona e Presidente della Sociatà Italiana di Allergologia.
“L’incremento di farine prodotte da insetti commestibili come fonti proteiche alternative – spiega Senna- deve essere considerato con molta attenzione nei soggetti allergici agli alimenti. Studi di proteomica hanno infatti identificato parziali similitudini fra le proteine degli insetti e quelle di molluschi e crostacei che potrebbero pertanto dare luogo a reazioni crociate. Sono state poi identificate proteine caratteristiche solo degli insetti potenzialmente in grado di scatenare reazioni allergiche con l’incremento dell’uso di queste farine”.