Da uno studio di Nomisma emerge che il 13% delle famiglie italiane ritenga il proprio reddito insufficiente a far fronte alle spese base: alimenti, l’affitto, il mutuo, le bollette e tutto quel che serve per vivere. Il 43% delle famiglie considera il loro reddito appena sufficiente. Sono i i giovani, le famiglie numerose con figli piccoli e le famiglie che si prendono cura di persone non autosufficienti quelle a passarsela peggio.
Colpa dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi che hanno corroso il potere di acquisto.
Per far fronte alle bollette le famiglie hanno dovuto eliminare le spese ‘superflue’: tempo libero, cultura sport.
Il 39% delle famiglie che è in difficoltà nel pagare le bollette ha dovuto ridurre le spese per la salute, il 31% quelle per l’istruzione, il 27% ha difficoltà nel pagare il mutuo o l’affitto.
Non è tanto il lavoro o la sua mancanza a preoccupare ma il costo della vita: solo il 10% ha difficoltà lavorative mentre il 78% lamenta redditi insufficienti.
In difficoltà le famiglie monoreddito, i giovani o gli anziani soli, chi ha un basso titolo di studio (62%), o vive nel Sud (63%).
Non avere la casa di proprietà è un altro problema perché pagare l’affitto significa decurtare di brutto le proprie possibilità di spesa. Il 73% dei capifamiglia operai giudica il proprio reddito non adeguato.
Una spesa imprevista diventa un problema per il 22% delle famiglie, per il 30% delle persone sole non anziane, per il 31% dei genitori soli con figli e per il 41% delle famiglie in affitto.
Un’altra categoria in difficoltà è rappresentata dalle famiglie “sandwich”, che devono assolvere al doppio compito di cura dei figli e di persone non autosufficienti.
La prima rete di supporto quando una persona è in difficoltà è costituita dalla famiglie d’origine.