(di Stefano Cucco) A circa tre settimane dalla data di apertura della nuova stagione irrigua, in calendario per il 15 aprile prossimo, il Consorzio di Bonifica Veronese e le associazioni agricole di categoria Coldiretti, Confagricoltura, CIA e Copagri hanno aperto un tavolo di confronto e di coordinamento per affrontare al meglio sinergicamente, nelle attuali difficili condizioni, la grave situazione siccitosa, che ha contraddistinto l’inverno trascorso e questa primavera anomala e che, allo stato attuale, presenta un quadro estremamente preoccupante per le prospettive dell’irrigazione nella nostra provincia.
Infatti, ad oggi, non è possibile garantire l’apertura dell’irrigazione. Gli impianti e le infrastrutture di distribuzione dell’acqua sono pronti ma manca la risorsa, sia nella zona nord della provincia che nella zona sud, dove la situazione è ancora più grave in quanto tutti i sistemi di pompaggio che prelevano direttamente nell’Adige non sono in grado di funzionare a causa della portata del tutto insufficiente.
Le cause dell’attuale condizione sono evidenti e conosciute, e si possono riassumere in tre fattori: nell’inverno appena concluso abbiamo registrato una pressoché totale assenza di precipitazioni, con una riduzione del 96% rispetto alla media storica; il fiume Adige si trova in una condizione drammatica, con un deficit pluviometrico del 98% e con una portata che è scesa al di sotto dei -4 metri sullo zero idrometrico; in quota si registra una totale mancanza di accumuli nevosi: da ottobre alla fine di febbraio il deficit di precipitazione nevosa è del 32% nelle Dolomiti, pari a circa 115 cm di neve fresca, e del 20% nelle Prealpi a 1600 m, pari a 50 cm di neve fresca.
“Si è concordato con le associazioni che il Consorzio di Bonifica Veronese”, spiega Alex Vantini, nella foto, presidente del Consorzio di Bonifica Veronese, “garantirà lungo l’intera stagione irrigua, come ogni anno, il massimo e più efficace impegno e sforzo tecnico ed operativo di impianti, mezzi e personale a servizio delle aziende agricole e dell’intero territorio”. In conclusione, ai soggetti partecipanti al tavolo di confronto, fatta ovviamente salva la libertà e responsabilità imprenditoriale, appare necessario sottolineare e ribadire come, in questa fase, investire su colture con elevate esigenze idriche o con cicli vegetativi particolarmente lunghi potrebbe risultare rischioso in quanto non vi è alcuna garanzia che la stagione permetta una fornitura sufficiente. Medesimo ragionamento va necessariamente esteso anche ai secondi raccolti. Uguale urgente consapevolezza vi deve essere in tutti che una politica di risparmio dell’acqua sul nostro territorio deve diventare strutturale e non limitarsi alla situazione emergenziale che viviamo in questi mesi.
“A tal fine”, prosegue Vantini, “diviene necessario individuare ogni risorsa necessaria per gli investimenti da attuare che vadano in questa direzione. Deve essere chiaro che qualche sporadica precipitazione che potesse verificarsi in aprile/giugno non potrà assolutamente cambiare la situazione ma costituirebbe solo un temporaneo ed effimero allentamento dell’emergenza, che purtroppo – come è ormai del tutto evidente – conserverebbe invece il suo grave e profondo impatto negativo sul nostro territorio”.