Il PD di Verona scende in campo a fianco di Federico Testa (attuale presidente di AgsmAim) sul caso Compago, il reseller da 300mila clienti che doveva essere acquisito dalla multi-utility scaligera, vicenda irrisolta che ha generato cambi di management e un’inchiesta al Tribunale delle Imprese di Venezia. La segretaria cittadina Alessia Rotta, nella foto, e il segretario provinciale, Franco Bonfante, in una conferenza stampa poco fa hanno sottolineato come con l’arrivo di Testa – già presidente Enea, professore universitario (oggettivamente, uno dei pochi che di energia ci capisce qualcosa in Italia) – AgsmAim abbia preso un percorso diverso dal recente passato con interventi immediati sul fronte caro-bollette e sulla verifica della congruità dell’acquisizione multimilionaria di Compago decisa-avallata-imposta dal/al precedente CDA. Giusto ieri, la multiutility scaligera ha preso atto che il valore di Compago potrebbe essere cambiato in questi mesi, dopo la tempesta sui prezzi delle materie prime, e che un’acquisizione si potrebbe fare con tutt’altri valori sul tavolo. Un bello sconto, insomma.
Su questa opzione, il PD veronese non entra nel merito: “Abbiamo fiducia di Testa, valuti lui se è un buon affare per Agsm oppure no” sottolineano Rotta-Bonfante. «Ma è sulle rinnovabili che AgsmAim deve tornare velocemente ad operare – aggiunge Alessia Rotta – perché la componente industriale è importante e, inoltre, la multi-utility deve tornare sul mercato cercando alleanze societarie con realtà a lei simili, meglio se del territorio contermine alle province di Verona e Vicenza, per crescere ulteriormente».
Se non andasse in porto l’operazione Compago resta però l’incognita di una causa legale avanzata dai venditori che per mesi sono stati coinvolti da due diligence, preliminari e quant’altro: «Non credo sia un’ipotesi reale – chiosa Bonfante – ma se vogliono fare causa la facciano e se mai AgsmAim dovesse perdere in tribunale, cosa tutta da vedere, beh non potremo che agire con un’azione di responsabilità nei confronti del CDA e dei dirigenti che hanno portato a questo punto la situazione. Stefano Casali non può scappare dalle sue responsabilità: la legge è chiara, al riparo da un risarcimento danni all’azienda ci sono soltanto quegli amministratori che hanno espresso per tempo e nelle dovute sedi il loro dissenso. A leggere i verbali del CDA non si legge un dissenso, uno solo».
Resta il dato politico: per il PD l’operazione Compago non è strategica, non lo era ieri e non lo è oggi. Massima fiducia in Testa e massima copertura politica davanti all’azionista: «Queste sono le posizioni ufficiali del PD – confermano Rotta e Bonfante – crediamo rappresentino però anche quelle dell’intera maggioranza. Casali oggi vuole distinguersi, ma non può sottrarsi alle sue responsabilità».