2 milioni di giovani hanno tendenza a dipendere da qualcosa. 1,2 milioni dal cibo, 500mila da videogiochi; 100mila dai social. Addirittura si stima che 65 mila abbiano la sindrome Hikikomori, ossia che rifuggano i contatti sociali, chiusi nella loro camera davanti al pc giorno e notte.
E il risultato di un’indagine del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità: ‘Dipendenze comportamentali nella Generazione Z’ condotta da Explora Addiction Research Division. Universo statistico: oltre 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni e 1.044 genitori.
La dipendenza dal cibo, che genera poi i disturbi alimentari, è la più diffusa: coinvolge 1.152.000 studenti tra gli 11 e i 17 anni, soprattutto ragazze adolescenti.
Incredibile ma i ragazzini tra gli 11 e i 13 anni sono a rischio depressione.
Dopo il cibo a generare dipendenza ci sono i giochi elettronici (12%) che aprono la strada alle ludopatie. Sono per lo più maschi. A mano a mano che maturano la percentuale si riduce.
Al terzo posto delle dipendenze c’è quella da social ( 2,5%) fra i 14 e i 17. Questi ragazzi rischiano dieci volte più degli altri disturbi d’ansia e impulsività.
C’è infine, ma per un numero molto ristretto di giovani di 11/13 anni c’è quella condizione estrema di isolamento che è la sindrome Hikikomori e rifiutano qualsiasi relazione con il mondo esterno.
Questi sono dati. Ma delle domande dobbiamo farcele. In che razza di società viviamo? Siamo sicuri che il modello politico, economico e sociale in cui siamo immersi sia quello giusto?