Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge urgente che vieta la produzione e la vendita di alimenti e mangimi sintetici. La firma è del ministro dell’Agricoltura Lolllobrigida che con il provvedimento intende “assicurare il massimo livello di tutela della salute dei cittadini e preservare il patrimonio agroalimentare, quale insieme di prodotti di espressione del processo di evoluzione socioeconomica e culturale dell’Italia, di rilevanza strategica sul territorio per l’interesse nazionale”.
Viene sancito il divieto di usare nella preparazione dei cibi e di vendere quegli alimenti e quelle bevande prodotti con colture di cellule animali.
L’idea è di tutelare la salute e al tempo stesso le nostre tradizioni alimentari che costituiscono un patrimonio comune.
Sono stabilite anche delle sanzioni che vanno da 10 mila a 60 mila euro pure al 10% del fatturato totale annuo dell’impero che produce o commercializza il cibo sintetico.
E’ la prima reazione che il Governo italiano ha messo in atto di fronte a reiterati tentativi di sconvolgere le abitudini alimentari e le tradizioni enogastronomiche, nostre come di altri paesi europei. La finalità dichiarata del cibo sintetico, come delle farine proteiche a base di insetti, è apparentemente umanitario, finalizzato a garantire apporto proteico a tutti i sette miliardi di abitanti della Terra. In realtà ci sarebbero altri modi più naturali, come l’educazione alimentare eliminando l’eccessivo consumo di carne, l’utilizzo razionale delle terre coltivabili, la lotta alla desertificazione ed allo sfruttamento di vaste zone dell’Africa e del Sud America da parte delle multinazionali.