Botta-e-riposta sull’affaire Compago-AgsmAim: dopo l’attacco di ieri del PD a Stefano Casali (qui il nostro articolo di ieri) oggi i vertici di VeronaDomani e Lega chiedono alla maggioranza di Palazzo Barbieri le ragioni di un brusco dietrofront e dell’abbandono dell’ AD Stefano Quaglino. Matteo Gasparato e Nicolò Zavarise in una nota sottolineano come emergano “Contraddizioni, dietrofront sull’operazione Compago difesa fino a ieri, sia dal sindaco, che dal PD, azioni di responsabilità contro i componenti del vecchio Cda (Quaglino compreso), silenzio assoluto e imbarazzante sui nuovi sviluppi giudiziari, sempre più gravi e inquietanti che riguardano l’operato dello stesso Quaglino. L’ex parlamentare Alessia Rotta colleziona una serie di flop, falsità ed inesattezze degne di un dilettantismo politico senza eguali. Apprendiamo che l’indagato Quaglino, difeso a spada tratta fino a ieri dal sindaco scaligero contro il parere contrario del socio Vicenza e del sindaco Rucco, sarebbe stato invece clamorosamente “mollato” e abbandonato al suo destino. Perché? Qual è la posizione ufficiale e definitiva dell’amministrazione comunale? Quella della Rotta o quella del sindaco? Quanto durerà ancora l’inaccettabile silenzio del primo cittadino su questa vergognosa pagina che sta offuscando la centenaria storia della società di lungadige Galtarossa? Per Verona Domani e per la Lega la soluzione è semplice e chiara: subito dimissioni di Quaglino».
«Un vero e proprio terremoto, con nuovi indagati e nuove ipotesi di reato, che settimana dopo settimana va diventando sempre più grave. Un’indagine che colpisce e getta ombre sull’intera città di Verona – aggiungono – e la sua amministrazione che, fino ad oggi o ha fatto finta di nulla su quello che stava succedendo e che noi denunciavamo da mesi o, cosa ancora più grave, ha addirittura difeso il principale responsabile di questa gravissima situazione . Ma nello stesso giorno la Rotta che fa? Attacca il vecchio cda dicendo che è opportuna un’azione di responsabilità contro lo stesso, non citando neppure l’autore e il colpevole di questa assurda e pesante situazione, non a caso indagato, l’amministratore Quaglino. Peccato che in caso di azione di responsabilità contro la precedente governance, proprio l’amministratore sarebbe parte in causa, facendone a pieno titolo parte e avendo ricevuto numerose volte, anche recentemente e pubblicamente, il pieno appoggio e la fiducia incondizionata da parte del sindaco Tommasi. La Rotta afferma inoltre il falso. L’operazione Compago non è mai stata votata e quindi deliberata dall’ex cda, come risulta chiaramente anche dal verbale di assemblea della società del 07 dicembre 2022. Anzi, proprio i 2 esponenti veronesi (Casali e Vanzo), insospettiti dai numerosi punti poco chiari e dubbi legati al progetto Quaglino-Compago, sia sotto il punto di vista industriale, che economico del gruppo Agsm-Aim, avevano disposto un’accurata verifica sul caso. Proprio per questo furono cacciati da Tommasi. All’ex onorevole e ai dirigenti del PD sfugge un piccolo particolare – proseguono Zavarise e Gasparato – Se l’inchiesta si sta rivelando in tutta la sua gravità, è merito esclusivamente proprio del vecchio cda e del collegio sindacale, non certo dell’amministrazione comunale, fino ad oggi “connivente” di Quaglino, né del PD che oggi, facendo clamorosamente dopo mesi marcia indietro e forse fiutato l’anomalia di questa strampalata operazione, chiede di abbandonarla. La Rotta chieda al sindaco come mai ha rimosso Casali e Vanzo e non Quaglino. Perché l’ad è stato difeso così strenuamente dal presidente Testa e da Tommasi? Attendiamo risposte».