(di Stefano Cucco) Il persistere di un grave deficit nelle riserve idriche della Lombardia ha costretto al rinvio della stagione irrigua, già previsto per lo scorso weekend nel quale, invece, decine di migliaia chilometri di rogge e fossi sono rimasti “in asciutta”. “Con la Regione, insieme alle organizzazioni professionali agricole ed a tutti gli attori del settore, abbiamo condiviso la priorità di favorire l’invaso dei laghi oggi sotto media, “spiega Alessandro Rota, Presidente di ANBI Lombardia – Una scelta obbligata e non indolore, indispensabile però per arrivare a gestire una stagione irrigua, che si preannuncia nuovamente difficile”. L’irrigazione è fondamentale per l’agricoltura lombarda, che rappresenta più del 16% del valore economico della produzione agroalimentare italiana, grazie a 600.000 ettari, che costituiscono oltre il 23% della superfice irrigua nazionale; non solo: il mantenimento di una diffusa pratica irrigua “a scorrimento” garantisce l’equilibro ambientale e funzioni ecosistemiche, fondamentali come quella di ricarica della falda che, secondo i dati di A.R.P.A. (Agenzia Regionale Protezione Ambientale) Lombardia, è più che dimezzata rispetto alla media, abbassandosi fino a 5 metri a causa della riduzione delle precipitazioni, ma anche della notevole diminuzione dei volumi irrigui, registrata l’anno scorso.
“E’ la dimostrazione di quanto errato sia ritenere la siccità, un problema solo agricolo e di come l’irrigazione sia un’importante pratica di riequilibrio idrologico”, sottolinea Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). Pur apprezzando l’impegno della Regione Lombardia per la revisione del quadro normativo sull’attingimento provvisorio di acque superficiali e sul complesso tema dei pozzi, ANBI evidenzia anche la necessità di coordinamento con i gestori degli invasi idroelettrici e di interlocuzione con la Regione Valle d’Aosta. E’ altresì importante aprire il confronto con i bacini del Trentino, fondamentali per la gestione del lago d’Idro.
“E’ quantomai evidente, “aggiunge il presidente di ANBI, “che accanto alla gestione del contingente bisogna creare le condizioni per contrastare le conseguenze di ricorrenti insufficienze idriche. Restano, ad esempio, da dirimere i conflitti d’interesse anche transfrontalieri sui livelli del lago Maggiore”. “E’ ormai improcrastinabile”, indica il presidente di ANBI Lombardia, “dare soluzione concreta alla revisione delle regole del Deflusso Minimo Vitale”. “Allo stesso modo”, conclude Vincenzi, “è necessario dare concreto avvio ad articolati interventi, che incrementino la capacità di trattenere acqua sul territorio: dal pieno ripristino della capacità dei bacini esistenti alla bacinizzazione dei canali consortili fino alla diffusa realizzazione di multifunzionali invasi medio-piccoli, vale a dire il cosiddetto Piano Laghetti, da noi proposto insieme a Coldiretti. Lungo la Penisola si parla di oltre 230 progetti già cantierabili, cioè in attesa dei necessari finanziamenti per essere appaltati“.