Il consigliere del Consorzio ZAI, Pierluigi Toffalori, ha diritto alla nomina nel Consiglio Direttivo dell’Ente partecipato da Comune, Provincia e Camera di Commercio di Verona:  il Consiglio di Stato ha deciso in via definitiva. La sentenza  dello stesso  Consiglio di Stato verte sul ricorso presentato contro la precedente decisione del TAR del Veneto che, dando ragione a Toffalori, lo aveva inserito nella carica, scalzando Agostino Righetti, designato alla medesima carica dalla minoranza PD in Consiglio comunale e nominato dall’allora  sindaco Federico Sboarina.
La vicenda si chiude in via definitiva e Toffalori rimane al suo posto.
Tutto il meccanismo di scontri e ricorsi alla magistratura aveva preso piede dal fatto che, mentre Righetti era stato designato alla carica in Zai da tre consiglieri PD di minoranza, Toffalori vantava una designazione da parte di ben sei consiglieri di minoranza e invocava l’applicazione di un principio di democrazia rappresentativa  per la nomina in Zai.
L’ex sindaco Sboarina (ricordiamo, iscritto a FdI) invece procedeva alla nomina di Righetti.
Immediato ricorso al Tar da parte di Toffalori e sentenza a suo favore. Oltre al Comune e all’interessato Righetti, anche il Consorzio Zai, per motivi inspiegabili, aveva aderito come controparte a contrastare la richiesta di Toffalori.
Perso il primo round al TAR, immediata chiamata in causa del supremo decisore in merito alla giustizia  amministrativa, il Consiglio di Stato, con un ricorso proposto dal Comune di Verona, in carica il nuovo sindaco  Damiano Tommasi, dall’interessato Righetti e, nuovamente dal Consorzio Zai.
Dopo pochi mesi la sentenza del Consiglio di Stato, che pone una pietra tombale sulla richiesta di annullamento della sentenza del TAR del Veneto e dà pienamente ragione a Toffalori,  difeso dall’avvocato Luigi Biondaro.
Chiarissima la motivazione finale e sostanziale del Consiglio di Stato a conclusione delle 13 pagine di sentenza: “…È del tutto evidente, infatti, che la stessa essenza del meccanismo elettorale (e, qui, mutatis mutandis, della preventiva ‘investitura’ dei candidati da parte della minoranza, di cui essi devono essere “espressione”) debba premiare, nella logica stessa della “preferenza”, la maggiore rappresentatività delle formalizzate designazioni”.
Si tratta, in ogni caso, di una sentenza destinata a far da precedente nella giurisprudenza, sia per l’argomento trattato che per le motivazioni di natura giuridica addotte nella stesura del ricorso.
Al di là della soddisfazione personale per aver ricevuto giustizia, espressa dal consigliere Toffalori nelle sue prime dichiarazioni, lo stesso rinnova la sua già ampiamente dimostrata volontà di agire all’interno del Consiglio di Zai nell’interesse della collettività veronese, oltre a quello dei soci partecipanti.
«Ho sempre avuto fiducia nella Magistratura – ha dichiarato Toffalori -, con la certezza che il principio di rappresentanza democratica debba essere posto a tutela di ogni azione della politica. La Zai è stata e dovrebbe continuare ad essere un motore di sviluppo della logistica, dei trasporti merce e di infrastrutturazione industriale, in generale per l’economia del nostro territorio.
La mia presenza nel consiglio di ZAI rappresenta la garanzia, per la mia storia personale e per i principi a cui mi ispiro, che prenderò posizione su ogni decisione dello stesso Consiglio Direttivo avendo ben chiari gli interessi degli Enti partecipati e della comunità veronese.
Posizioni come quella recente contro l’aumento dell’indennità agli stessi consiglieri, in questo momento di conclamata sofferenza economica e finanziaria da parte di molte aziende e famiglie veronesi. Con la massima disponibilità a partecipare a decisioni e iniziative mirate allo sviluppo delle attività di Zai e di agevolazione per le aziende insediate nel comprensorio del Consorzio, nonché a nuovi possibili insediamenti, che portino benessere e lavoro al territorio».