I tre punti sono arrivati all’ultimo minuto del recupero di cinque. C’ha pensato Gaich, il centrattacco argentino che finora aveva deluso un po’ tutti. Mentre il Sassuolo era tutto proteso all’attacco perché non si rassegnava a pareggiare dopo aver dominato per tutta la partita, Gaich ha ripreso un passaggio sbagliato del portiere avversario che si era spinto al di fuori della propria area. Con un fantastico pallonetto lo ha scavalcato e la palla è finita in rete. Hellas-Sassuolo 2-1. E 3 punti in più in classifica per avvicinarsi allo Spezia, quota salvezza, che ora ne dista 4. C’è andata bene. Perché la gara era cominciata ed era continuata che peggio di così non si può. Per 80. Minuti il Verona ha subito il gioco del Sassuolo che ha fatto in lungo e in largo quello che ha voluto e  che alla mezz’ora è passato giustamente in vantaggio. L’Hellas per gran parte della gara non è mai entrato in area con la palla e non ha mai tirato in porta. E questo per una squadra che ha assoluta necessità di vincere è gravissimo. I giocatori erano in confusione, privi di uno schema di gioco, con un giocatore come Tameze, fonte di gioco, fuori ruolo, messo a fare il difensore per tutto il primo tempo. L’unica forma di gioco che l’Hellas pareva essere in grado di esprimere era quella di passare la palla indietro a Montipò, che ha salvato il risultato con delle gran parate e che per questo merita il titolo di migliore in campo.

Nella ripresa é uscito Veloso, che aveva rallentato il gioco, e, in maniera anche disordinata, tale da far pensare che gli allenatori non sapessero che pesci pigliare, è stata fatta tutta una serie di cambi, inserendo più attaccanti. Così per quel mistero che risponde al detto che ‘la palla è rotonda’, un po’ per disperazione e molto per improvvisazione, quando sono saltati tutti gli schemi a 10’ dalla fine è arrivato il gol del pareggio con un colpo di testa di Ceccherini. E’ stata una scossa per tutta la squadra che finalmente ha cominciato a lottare a testa bassa. E alla fine è arrivata la vittoria. Frutto della grinta. Non certo della strategia degli allenatori. Merito forse della maglia del centenario che è stata indossata per l’occasione.