«Se oltre il 70% degli accessi nei pronto soccorso è definito codice bianco o verde, ossia non urgente, significa che i cittadini hanno perso punti di riferimento territoriali e si riversano negli ospedali, dove l’attenzione è focalizzata verso le urgenze. Proprio per questo la medicina territoriale sarà potenziata». Lo dice il ministro della Salute spiegando il progetto del governo di attivare sul territorio le Case della Comunità (CdC) con i fondi del Pnrr.
Le Case della Comunità sono la novità della riforma cui sta mettendo mano il Ministero. Entro la metà del 2026 ne dovranno essere aperte 1350. Sono di due tipi. Le CdC hub saranno il punto di riferimento di 40/50 mila abitanti e si articolano sul territorio attraverso le CdC spoke e gli ambulatori dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta.
La Casa della Comunità spoke è l’articolazione del Ssn più vicina al cittadino. Sarà lì che potrà ricevere una prestazione multidisciplinare da medici di medicina generale, pediatri, specialisti, infermieri e psicologi. Sarà aperta 12 0re al giorno per 6 giorni. Si potranno ricevere visite generiche e specialistiche, organizzare l’assistenza domiciliare, fare dei prelievi, avere assistenza infermieristica, un elettrocardiogramma, un’ecografia, una spirometria ed altre prestazioni diagnostiche.
La Cdc hub sarà aperta 24 ore 7 giorni su 7. Dovrà garantire assistenza medica generica, specialistica e infermieristica.