(di Elisabetta Gallina) Passano di mano (sempre veronesi) le Case Mazzanti. Ha trovato finalmente un nuovo proprietario una delle dimore più affascinanti e ricche di storia del centro storico scaligero. Un vero e proprio gioiello che domina Piazza delle Erbe e che è, di fatto, una delle location più esclusive della nostra città, emblema della urbs picta. Dopo diversi anni è stato trovato un acquirente che potrà godere della suggestiva vista che regala, proprio sulla cima del palazzo, l’attico più suggestivo del centro storico, una proprietà di circa 250 mq in vendita per 2.350.000€ (qualcosa come 9400€ al metro quadro). Negli ultimi cinquant’anni era nelle disponibilità di una storica famiglia veronese del vino, così come è veronese – unico indizio disponibile – il nuovo acquirente.

A raccontare l’intramontabile storia delle Case Mazzanti è Nicola Vinciguerra, agente immobiliare emergente di Verona che ha seguito la compravendita: «Nel XIV secolo il palazzo era posseduto, nella parte inferiore sul lato della piazza, da diversi privati che tenevano le botteghe, particolarmente speziarie (da qui il nome della piazza), con relativi magazzini e stanze di abitazione. La parte superiore invece era proprietà degli Scaligeri, i quali la utilizzavano come magazzino dei grani, ai quali si accedeva per le scale della domus nova, passando sopra il volto Barbaro. Durante la breve dominazione dell’imperatore Massimiliano d’Austria la casa venne regalata nel 1511 dall’imperatore stesso a Giovanni Gonzaga, il quale nel 1517 la vendette a Matteo e fratelli Mazzanti. Ritornata però Verona sotto il dominio Veneto – continua Nicola Vinciguerra – il procuratore generale e governatore di Verona, Gian Paolo Gradenigo impose ai Mazzanti la restituzione della casa come facente parte dei beni della Signoria Veneta che non potevano essere alienati da Massimiliano. Ne seguì una questione che si risolse con la conferma del possesso dell’edificio da parte dei Mazzanti, i quali però dovettero pagare altri 800 ducati d’oro all’erario.

Matteo Mazzanti apportò notevoli modifiche al fabbricato. Costruì la scala esterna sul lato di via dei Pignolati, trasformò i granai in locali da adibire ad abitazione, fece affrescare da Alberto Cavalli come precedentemente citato le facciate sulla piazza e sul corso, e tutto ciò “ad ornamento della patria e per comodità di sé stesso e de’ suoi”, come dice l’iscrizione latina a caratteri cubitali posta sul lato della piazza.

La potenza finanziaria della famiglia Mazzanti durò però relativamente poco. Ai primi del 1600, un altro Matteo Mazzanti ed i fratelli Antonio e Ginevra, non furono più in grado di pagare le tasse e a far fronte ai debiti tanto che il 22 ottobre 1617 l’allora Camera Fiscale decretò il sequestro dei beni. L’8 marzo 1618, dalla loggia di piazza dei Signori si procedette quindi all’asta del caseggiato».

Stupisce che il nuovo proprietario non sia un magnate di passaporto straniero come di solito sono i grandi investitori nel Bel Paese. Come mai?

«In realtà – risponde Vinciguerra – il target medio di clienti alto spendenti in centro storico sono perlopiù veronesi o comunque italiani che hanno scelto Verona come centro dei propri interessi personali e professionali. Purtroppo il mercato degli appartamenti nella città antica non risulta ancora abbastanza interessante per clienti stranieri con alta capacità di acquisto . Per vendere proprietà di lusso la miglior strategia è la conoscenza della zona in cui si opera, soprattutto in una realtà piccola come Verona, che è vista dai ricchi investitori che si approcciano al nostro Paese come una città stupenda ma di passaggio. Un fronte su cui stiamo lavorando».