E’ stato presentato a soci, tour operator e media stranieri, nazionali e locali, il piano strategico della Destination Verona & Garda Foundation (Dvg Foundation) dei prossimi cinque anni. Promozione, accoglienza (Iat e Info Point) e commercializzazione del territorio veronese: dal convention bureau per il turismo congressuale allo sviluppo dei mercati presidiati sul Lago di Garda, dal networking internazionale all’organizzazione e digitalizzazione dell’offerta turistica, il piano strategico traccia la strada di una best practice unica in Italia, destinata a fare da apripista per le altre province della Regione Veneto.
La Fondazione, creata su input della Camera di Commercio di Verona, è il braccio operativo delle due Dmo Lago di Garda Veneto e Verona e raggruppa oggi 65 comuni della provincia di Verona, che rappresentano il 91% delle presenze turistiche complessive.
“Il territorio veronese ed il lago sono già oggi – ha spiegato Paolo Artelio, presidente della Dvg Foundation – delle eccellenze del turismo europeo. Nel veronese e sul lago abbiamo brand privati e pubblici, grandi o a volte anche piccoli, che hanno una riconoscibilità globale. In altri contesti ci si ferma a questo. Tuttavia in un mercato globalizzato e ipercompetitivo come quello turistico il mantenimento del successo non è scontato, e le realtà che si muovono da sole, spesso, sono destinate a soccombere. Occorre costruire una cornice complessiva ed organizzata attorno a tutta questa ricchezza”.
La Destination Verona and Garda Foundation (Dvg) è operativa da Novembre 2022- dalla costituzione del suo CdA e dall’assunzione del primo dipendente. Il piano strategico è stato rilasciato a fine marzo 2023, dopo un serrato lavoro di ascolto e collaborazione con tutti gli stakeholders e tutti i territori, privati e pubblici. In questi giorni sono in corso le fasi finali di selezione della figura del direttore generale.
All’interno del piano trovano sintesi le esigenze e gli obiettivi del territorio. Ci sono anzitutto le analisi sui flussi turistici degli anni passati, che fanno da base per la strategia. C’è una parte sullo sviluppo dei prodotti in rapporto ai mercati, una sulla promozione e ancora una sui dati e la business intelligence, fino alle linee di sviluppo future per il turismo del territorio. Il piano strategico sarà poi accompagnato, anno dopo anno, da un piano operativo annuale, che declina le azioni su una scala temporale più breve. L’organizzazione (organizzazione dei prodotti, dell’accoglienza, delle attività promozionali) è la chiave attraverso cui il territorio veronese può crescere ulteriormente in qualità e valore aggiunto.
“L’importanza dell’istituzione della Fondazione unica – ha commentato l’Assessore al Turismo della regione del veneto, Federico Caner – che si appresta a gestire le 2 grandi destinazioni – Verona e il Garda – e i 4 marchi d’area (Lessinia, Valpolicella, Soave ed Est Veronese, Pianura dei Dogi), non sta solo nella gestione degli aspetti promozionali, ma anche e soprattutto nella necessità di garantire un presidio organizzato che garantisca, attraverso un capitale umano preparato e altamente specializzato, tutte le funzioni tipiche delle destinazioni turistiche (come ad es. le funzioni di informazione, di accoglienza, di commercializzazione dell’offerta turistica). Dobbiamo costruire una governance unitaria che punti più sulla qualità che sulla quantità dei flussi turistici e questo presuppone di porre in capo alla Fondazione l’organizzazione e il coordinamento dell’offerta turistica, anche sul piano del digitale. Anche i nuovi bandi di finanziamento dei fondi europei per il turismo (FESR), che stiamo lanciando in questi giorni, vanno in questa stessa direzione.”
“Ecco le sfide che ci aspettano: abbiamo bisogno di fare errori nuovi, – ha concluso l’Assessora alla cultura e turismo del Comune di Verona, Marta Ugolini – dobbiamo assumere rischi e il cambiamento richiede empatia, ascoltare i residenti. Il turismo deve stare nei luoghi autentici e veri quindi va bilanciato con chi vive la città, bisogna salire sul treno della Foundation con tutte le progettualità che già sono partite. C’è una resistenza al cambiamento, dobbiamo essere consapevoli che c’è bisogno di una grande energia per uscire dalla nostra zona di comfort. Occorre dialogare con le piattaforme che stanno cambiando la nostra città come Air Bnb, ad esempio”.