Comincia il periodo più critico per le allergie. Con maggio e giugno, infatti, impollinano le graminacee, specie caratteristica della pianura padana, e questo produce un aumento di pazienti. Sono circa 5.000 i nuovi soggetti che vengono trattati nella stagione primaverile e che si aggiungono agli oltre 12.000 già in carico al reparto di Allergologia e Asma center, diretto dal prof Gianenrico Senna (a destra nella foto).
L’allergia stagionale è la principale causa di una patologia importante come l’asma bronchiale, che si manifesta nel 20-25% della popolazione pediatrica (anche neonati di pochi mesi) per proseguire nell’età adulta. I bambini vengono seguiti dal reparto di Pediatria C del professor Giorgio Piacentini (a sinistra nella foto) e gli adulti dalla Pneumologia del dottor Claudio Micheletto (al centro nella foto).
Nuove allergie e aumento dei pazienti. Le graminacee non sono l’unico fattore di rischio, oggi l’80% di chi soffre di allergie è polisensibile, come ad esempio anche alla betulla e alla paritaria. Questo significa non solo l’aumento dei pazienti ma soprattutto un allungamento del periodo con i disturbi (non piò solo maggio-giugno ma febbraio-ottobre) e quindi terapie più lunghe e complicate.
Nuove terapie. L’immunoterapia oggi non ha più gli effetti collaterali di qualche anno fa perché è somministrata per via sublinguale ed è un trattamento di fondo che nel tempo, circa 3 anni, serve a ridurre la sensibilità agli allergeni. I farmaci biologici, invece, vengo utilizzati nei casi più gravi e agiscono direttamente sul processo infiammatorio bronchiale al posto del cortisone. Si tratta di farmaci ospedalieri ad alto costo e che vanno gestiti direttamente dal medico specialista con trattamenti mirati.
Categorie da trattare. Anche le donne in gravidanza devono essere curate con antistaminici. Ma è soprattutto in età pediatrica che bisogna intervenire rapidamente e con continuità. La funzionalità polmonare dell’adulto dipende infatti da come è stata gestita l’asma in età pediatrica, per questo è stata creata l’alta specialità del prof Piacentini. Alla comparsa dei primi sintomi, l’asma allergica del bambino va curata subito per non compromettere la successiva capacità respiratoria visto che il polmone cresce fino a vent’anni. Non vanno quindi trascurate le riacutizzazioni con broncospasmi. Possono manifestarsi forme allergiche mai avute prima anche negli ultra settantenni.
Gruppi multidisciplinari. Sono due quelli attivi in Aoui per una presa in carico globale del paziente. Il Gruppo per il trattamento dell’asma grave, coordinato dal prof Senna, è la rete clinica composta da vari specialisti (allergologo, otorino, immunologo, pneumologo) per il monitoraggio costante. Il secondo Gruppo è coordinato dal prof Piacentini e si occupa della ‘transizione’ dall’età pediatrica fino a 14 anni alla presa in carico nella Pneumologia. Riguarda soprattutto la fase adolescenziale nella quale a questi pazienti viene garantita la presa in carico attraverso il consulto fra specialisti.
Spiega il professor Gianenrico Senna: “Sono aumentate le polisensibilità, il che vuol dire che la stessa persona ha sensibilizzazioni a più pollini, quindi non più solo da maggio a giugno ma con disturbi che durano da febbraio a ottobre. Questo comporta periodi terapeutici più lunghi e trattamenti più complicati. Proprio perché il numero è diventato molto elevato, stiamo utilizzando anche la telemedicina, soprattutto per i controlli. Le cure vanno fatte con regolarità e anche in gravidanza devono essere presi antistaminici per curare le allergie”.
Aggiunge Giorgio Piacentini: “In questo momento la problematica maggiore viene dai pollini con il 20 e il 25% di bambini che può presentare problemi allergici che sono la causa principale dell’asma bronchiale, anche nei primi mesi di vita. E’ importante intercettare precocemente questi bambini per trattarli fin da subito in maniera adeguata, perché in questo modo si agisce su quello che sarà il destino della sua salute respiratoria. Se un bambino ha avuto diverse riacutizzazioni di asma, aumenta la probabilità di perdere molta più funzionalità respiratoria. Il messaggio è di non trascurare le riacutizzazioni di asma in età pediatrica. Non aspettare dicendosi che tanto nel bambino è normale che abbia episodi di broncospasmo”.
Sottolinea, infine, il dottor Claudio Micheletto: “Alla comparsa dei primi sintomi di asma bronchiale da allergie è importante non avere ritardi nella diagnosi per agire prontamente. Spesso si usano broncodilatatori solo quando si sta male e poi ci si trascura, ma in realtà non va sottovalutato il tema dell’aderenza ai farmaci. Per avere un risultato efficace i farmaci vanno utilizzati in maniera più sistematica sul processo infiammatorio causato dall’allergia. Il nostro obiettivo, infatti, è garantire una vita normale a questi pazienti. Penso soprattutto ai giovani che se curati correttamente possono fare sport anche a livelli agonistici, viceversa non curarsi in maniera adeguata significa precludersi una vita attiva e restare sul divano”.