Non si arresta il fenomeno della carenza di personale anche per il settore del trasporto pubblico locale veronese. Atv, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico, si trova in difficoltà per la carenza di personale di guida che sta diventando preoccupante. Oltre alla fuga di chi è già in forza per emigrare in altri settori o altre aziende, c’è il fenomeno della scarsa partecipazione ai concorsi.
Quali sono i fattori che generano questo fenomeno che sta mettendo in ginocchio le aziende di trasporto pubblico? Ne parliamo con il Segretario provinciale di Ugl Fna di Verona, Salvatore Calabrò.
«I fattori che spingono soprattutto i giovani a non aderire ai concorsi per conducenti, ma anche per meccanici, sono diversi. Uno dei principali è la bassa retribuzione per i neo assunti, mai adeguata ai rincari della vita che, come abbiamo detto molte volte, non consente la conduzione di una vita dignitosa per via delle spese che gravano pesantemente sul bilancio familiare. Un neo assunto – continua Calabrò- con parametro 140 percepisce uno stipendio di circa 1.200 euro che, oltre a non essere sufficiente, non è adeguato alla professionalità della mansione, che sottopone gli operatori a stress da lavoro. Per di più c’è il pericolo di aggressioni, queste sempre più frequenti».
Il rappresentante dei lavoratori Ugl continua la sua panoramica sui problemi del trasporto pubblico osservando che «negli ultimi anni abbiamo assistito ad un peggioramento dei turni di lavoro sempre più disagiati, con nastri lavorativi molto lunghi e spezzati, che costringono un lavoratore a stare fuori di casa anche 12 ore, sottraendo ore del proprio tempo che è necessario al recupero psico/fisico o ai rapporti familiari».
Calabrò prospetta anche una soluzione che, per quanto parziale, potrebbe essere utile a superare l’attuale impasse: «per noi è di fondamentale importanza un dialogo con la Regione Veneto che dovrebbe elargire aiuti economici alle aziende, legati esclusivamente ad aumenti stipendiali verso questi lavoratori privi di attenzione. E anche il governo – conclude- dovrebbe intraprendere la strada di una radicale riforma del comparto che è gestito da normative antiquate. Essa dovrebbe portare al riconoscimento di una professionalità in termini economici e normativi, che oggi manca».