(Di Gianni Schicchi) Qualcuno ieri sera al Ristori si sarà forse ricordato di un timpanista-vocalist che Renzo Arbore spesso indicava nel suo strepitoso intrattenimento televisivo “Quelli della notte”: Gegè Telesforo, un personaggio centrale dello storico programma Rai, col quale è da poco tornato su Rai5, nel ciclo settimanale “Appresso alla musica. In due si racconta meglio”. Ebbene quel vocalist, col suo fantastico quintetto, è sceso a Verona per galvanizzare letteralmente un teatro andato poi velocemente sold out, chiudendo l’appuntamento annuale dell’International Jazz Day e conseguentemente la stagione Jazz 2022/2023 del Ristori. 

Un “ritorno alle origini”, nuovo di un jazz elegante, carico di passione per celebrare anche il suo evocativo progetto Big Mama Legacy, con i fratelli Cutello, Matteo alla tromba e Giovanni al sax contralto, Christian Mascetta alla chitarra elettrica, Vittorio Solimene all’organo & keys e Michele Santoletti alla batteria: tutti giovani musicisti talentuosi e di grande afflato musicale, alcuni fra i migliori della nuova generazione.

 Big Mama Legacy richiama il noto album prodotto da Gegé Telesforo per l’etichetta Groove Master Edition, quale tributo alla musica jazz, ma pure omaggio al famoso club romano, nella Trastevere degli anni ’80, importante punto di riferimento trasversale al blues, al jazz, ma anche al rock, alla musica etno e d’autore, vero e proprio laboratorio musicale. 

Un ritorno alle origini, si diceva, a quella musica nera (Telesforo ne ha parlato col pubblico, indicandola come uno strumento ideale per affratellare tutti i popoli della terra), ma pure musica che lo consacra come artista poliedrico, vocalist raffinato, innovatore della tecnica “scat”, polistrumentista, showman e artista di esplosiva vitalità, cantante di acrobatica vocalità e incontenibile swing, dell’improvvisazione vocale, ricca di fonemi (ha intonato un tip tap con la sola voce, semplicemente geniale), capace di tener testa a tanti mostri sacri del passato.  

“Il Jazz non è solo musica, è uno stile di vita, un modo di essere –  ha raccontato – di pensare, a simboleggiarne il significato che ha assunto nella storia della musica e non solo. Metafora del riscatto della democrazia e dei diritti civili, il jazz è pace, dialogo, comprensione reciproca”. E per identificare la “Giornata Internazionale del Jazz” che scadeva proprio domenica 30 aprile, non c’era di meglio.  

Insomma un ritorno alle origini per il pluridecorato vocalist, che nel corso degli anni ha dimostrato un’inossidabile capacità di far incontrare il miglior jazz italiano e internazionale con collaborazioni sempre di altissimo livello. Fra gli insistiti applausi che gli sono piovuti addosso, lui ha trovato il modo di ringraziare vistosamente i presenti, l’accoglienza di Verona e il prezioso contributo dello staff del Ristori, indicando Graziano Virgilio, Stefano Brunetto, Emanuele Vischi per il fonico e Marilena Fiori per le luci. 

Big Mama Legacy è stato un concerto che ha mescolato le sonorità del blues a quelle delle formazioni del periodo jazz–groovy fine anni ’50, sviluppando un originale percorso in cui ha mediato il rigore del linguaggio jazzistico, con la semplicità, il garbo e l’esuberanza dello stile. La sua miscela sonora è speziata, trascinante, divertente, possiede un groove assai potente, è fatta di complesse poliritmie, incline a tentazioni funk, swing, rap, soul, pop, blues, gospel, reggae ed altro ancora. Quasi un tributo a tutte, ma in una chiave contemporanea, personalissima. Il pubblico ha risposto con vivaci e interminabili applausi (spesso sonoramente ritmati) e per il più volte richiesto bis, Telesforo ha proposto il suo divertente “So Cool” del 2010. Perfect shot!