“Dal 1° gennaio 2019 è entrata in vigore la riforma nazionale delle tariffe idriche per uso domestico, che hanno introdotto il concetto di tariffazione pro capite.

Questo permette di applicare in modo più equo le tariffe idriche senza penalizzare le famiglie più numerose. Ma c’è un grosso problema: le aziende che gestiscono il servizio idrico integrato non dispongono dei dati corretti, perché le loro banche dati non sono aggiornate. In mancanza di comunicazione applicano le tariffe in modo forfetario, considerando come numeri di persone associate all’utenza il numero 3″.

A dirlo il consigliere regionale del Gruppo Misto, Stefano Valdegamberi che aggiunge: “Ciò comporta che le famiglie con uno o due componenti potrebbero pagare tariffe più basse sui metri cubi consumati mentre le famiglie più numerose rischiano di apparire ingiustamente come ‘sprecone’ con il risultato di pagare l’acqua al metro cubo con tariffe più elevate”.

 “E’ pertanto necessario – prosegue il consigliere – sospendere ogni ulteriore previsione di aumento tariffario senza prima aver aggiornato le banche dati. Diversamente colpiremo iniquamente le famiglie con figli che si trovano a pagare bollette alquanto salate. È una questione di equità. E’ anche necessario far pagare l’acqua, oggi pressoché gratuita alle aziende produttrici di bevande gassate, che beneficiano di un trattamento di favore pur prelevando milioni di metri cubi d’acqua. Non devono essere le famiglie le uniche responsabili e chiamate a pagare bollette sempre più care per l’emergenza idrica quando l’85% dell’acqua prelevata viene usata per fini diversi da quelli domestici”, conclude Valdegamberi.