(di Bulldog) Cambia il sovrintende, ma la musica no. Ed è la musica del divieto. Alla facente funzioni del prossimo sovrintende non va giù che l’Arena di Verona – bene dello Stato e dunque di tutti non soltanto della Soprintendenza – venga “occupata” senza il suo permesso da centinaia di scout e dal Vescovo. Immagino che li consideri alla stregua degli Unni o dei Barberini e tema che cadendo, magari, dal palco Sua Eccellenza il Vescovo possa causare danni ai gradoni di marmo, pari se non superiori a quanto fatto dalla stella natalizia durante il suo smontaggio.

Per quanto siano dannosi gli Scout – o gli Alpini prima di loro – non riesco ad immaginare danni permanenti o parziali al nostro Anfiteatro dal loro entusiasmo giovanile e dalla loro fede.

Pretendere che manifestazioni di questa natura debbano passare dal vaglio della Soprintendenza offende il buon senso e quella leale collaborazione che dovrebbe (lo dice la Costituzione, ma chissenefrega…) permeare i rapporti fra le istituzioni repubblicane quali sono il Comune e la Soprintendenza.

Se l’idea è quella di un museo a cielo aperto dove i sassi la fanno da padrona, beh forse è meglio che il Sindaco faccia quattro passi e spieghi alla facente funzioni che non è così che la città vuole vivere il suo Anfiteatro ed i suoi monumenti (chiese, palazzi e tutto il cocuzzaro). Anche perchè la costruzione e il mantenimento di quelle opere sono stati, per larga parte, appannaggio delle corporazioni mercantili veronesi dei secoli scorsi e non delle Soprintendenze. Tutti vogliamo che i nostri beni architettonici siano preservati, sia chiaro. Soprattutto da quelle teste di cazzo che con la vernice arancione vogliono fermare il mondo o dire qualcosa alla propria amata o ai propri sodali o nemici.

Si battesse contro il vandalismo e lasciasse in pace i poveri scout. Storia e cultura si difendono più col buon senso che col ditino alzano da duce pro-tempore. (copyright foto: primadituttoverona.it)