Non si fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo che subito la triste realtà di un Verona scombinato e inaffidabile torna a galla.
Poteva essere la partita che staccava lo Spezia di 3 punti lasciandolo solo terzultimo a quota 30. Al limite ci si poteva accontentare di un pareggio casalingo con il Toro di Juric, vecchia volpe che il Bentegodi lo conosce come conosce l’Hellas. Ma perdere no. Non ci sta. E perdere giocando male dà anche da pensar male per sabato, quando a Bergamo l’Hellas dovrà andare ad affrontare l’Atalanta, che come squadra è ancora meglio del Torino.
Sfortuna, si potrà dire: molti guai muscolari. Magnani getta la spugna quasi subito, poi Duda, quindi Abildgaard, tutti sostituiti per problemi ai muscoli. Un caso? O molto più probabilmente, come se non bastasse tutto url resto, ci sono dei problemi anche nella preparazione atletica? Questo ha scombinato i piani della panchina. Sempre che di piani ne abbiano. Perché finora l’unica strategia vista è Montipò che tira la palla lunga in cerca della testa di Djuric. Altro non è pervenuto.
Oltre all’assenza di gioco è continuata la solita serie di errori, di passaggi sbagliati di giocatori che non si trovano, come se fosse la prima volta che giocano assieme.
Alla mezz’ora il gol del Toro con un gran tiro dal limite dell’area che infila un incolpevole Montipò che con Hien è stato il migliore in campo. Su tutti gli altri un velo pietoso. Anche perché in una partita così, forse l’ultima occasione per salvarsi, si sarebbero dovute vedere delle furie che correvano con la schiuma alla bocca. E invece s’è vista una squadra senz’anima, debole tecnicamente, sia a livello individuale che complessivo. Mancano solo tre gare: Atalanta Empoli e Milan. Che il dio del pallone ce la mandi buona!