Onestamente, non erano molti quelli che alla vigilia avevano scommesso Brizzi sindaco al primo colpo senza passare dal ballottaggio. L’incumbent ha però saputo sfruttare il vantaggio della posizione e “monetizzare” il prestigio acquisito nel periodo della pandemia che, in questa tornata, ha premiato i sindaci in carica. L’impressione da fuori era anche che Paola Boscaini, di fatto la vera sfidante di Brizzi rinnovando la sfida di cinque anni fa, potesse incamerare i voti dei delusi della doppia scelta di FDI e Lega che hanno corso con propri candidati di bandiera, sperando in una ricomposizione al secondo turno. Una soluzione che la stessa Boscaini avvallava. Davanti però al calo dei votanti a Bussolengo (come evidenzia questo grafico sugli ultimi dieci anni)…

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… mille200 voti “bruciati” in tre tornate amministrative ed al crollo degli altri due partiti del Centrodestra, la forbice con Brizzi si è allargata come non mai. Lega e FDI si sono viste dimezzare i consensi: nel 2018 correndo unite per Claudio Perusi avevano totalizzato 1.749 voti, un dato sceso del 40% circa correndo divisi. Un calo che penalizza di più la Lega, da 1.278 a 580 suffragi, mentre FDI può consolarsi con una settantina di voti in più, ma non sufficientemente per lenire le divisioni interne con almeno due gruppi distinti del polo meloniano passati armi e bagagli con l’incumbent Brizzi.

Il sindaco uscente ha visto comunque crescere la sua area di consenso anche ad affluenza calante: mille600 voti in più conquistati dallo slancio di Bussolengo Domani (area Gasparato) e suoi personali: quasi 500 voti aggiuntivi alla Lista Brizzi rispetto a “Bussolengo al centro” e “Valore Bussolengo” che cinque anni fa completavano la sua coalizione. Un “tesoretto” di voti personali che renderanno più agevole il suo percorso nei prossimi anni.

Silvana Finetto e Gilberto Pozzani non hanno intercettato gli elettori di centrodestra più legati al profilo nazionale della coalizione a conferma, per l’ennesima volta, che Roma è Roma, il proprio Comune è un’altra cosa. Paola Boscaini, dal canto suo, ha visto Forza Italia perdere spazio rispetto alle ultime politiche dell’autunno scorso e la propria civica perdere troppi consensi. Amarezza per i giovani di “Generazione futura” che hanno sbattuto contro la loro prima campagna elettorale “vera”: motivare i nuovi elettori resta una sfida importante, e sarebbe sbagliato oggi non valorizzare questo dato considerandolo una bocciatura definitiva anzichè, come giusto, il primo passo di una carriera di medio/lungo periodo.

L’analisi social di BRKS

Come si sono mossi i candidati di Bussolengo sui social media durante la campagna? Un’analisi di BRKS, agenzia di comunicazione del veronese ha esaminato i profili di tutti i candidati. Da una prima analisi non si può non notare il differente modo di presentarsi al pubblico. Brizzi e Boscaini hanno scelto la “Pagina Facebook”, mentre Pozzani e Finetto, il “Profilo personale”. La differenza è sostanziale e prevede diverse sfaccettature. La “Pagina” è lo strumento ideale per gestire in modo efficace la propria comunicazione. Permette di farsi conoscere al di fuori della propria cerchia di contatti e prevede anche la possibilità di investire denaro in pubblicità per raggiungere target specifici di clienti o, come in questo caso, di elettori. Brevemente, sponsorizzare un contenuto sui social garantisce al fruitore del servizio la possibilità di raggiungere specifiche fasce d’età o di interesse tra le persone e ottimizzare al meglio la propria comunicazione, prendendo di mira un soggetto ben definito. Il “profilo personale” è sicuramente meno professionale, sia nella presentazione sia nell’efficacia comunicativa. Non permette di raggiungere persone al di fuori dei propri contatti e “amicizie”.

Nello specifico, sono stati presi in analisi i candidati muniti di uno strumento comunicativo efficace come la “Pagina Facebook”.

Il sindaco uscente Roberto Brizzi, seguito da 4300 persone, negli ultimi 28 giorni ha pubblicato 26 post, circa uno al giorno. Il post con più interazioni (567 like e 193 commenti) è quello pubblicato in attesa dei risultati elettorali insieme ai componenti della famiglia.

Paola Boscaini, seguita da 2.300 persone, nel medesimo lasso di tempo ha pubblicato 61 volte, circa il triplo di Brizzi. Il post con più interazioni (147 like e 148 commenti) è stato pubblicato l’8 maggio e parla di pressione fiscale e dei provvedimenti presi dall’attuale amministrazione. È interessante vedere come Roberto Brizzi abbia puntato sull’empatia e come, di contro, Paola Boscaini abbia adottato un approccio più razionale e tecnico per discutere le proprie argomentazioni.

Un dato interessante è l’engagement, vale a dire il tasso percentuale di interazione (mi piace, commenti e condivisione) in proporzione all’audience della pagina Facebook. Entrambi i candidati, negli ultimi 28 giorni, hanno un engagement del 4.2% rispetto ai numeri del loro pubblico. Il coefficiente di interazione con i post invece è di 1.9% per Paola Boscaini e 4.5% per Brizzi, sintomo di un più alto interessamento sui temi trattati. Dai dati ufficiali di Facebook Ads Library risulta inoltre che Paola Boscaini ha speso 439 euro in campagne pubblicitarie social.