(di Giovanni Perez) Il cinquantesimo anniversario della morte di Adriano Romualdi, avvenuta per una tragica contingenza il 12 agosto 1973, al ritorno dagli scavi di Ostia antica verso Roma, si preannuncia in un momento che potrebbe diventare propizio. E’ al governo una coalizione di destra e, come corollario, si sta registrando uno speciale ritorno di interesse verso quella cultura di Destra di cui possiamo sicuramente indicarlo tra i migliori e più profondi esponenti della sua generazione, così come ebbe a scrivere, ricordandone la figura, Julius Evola.
Adriano Romualdi elaborò una certa idea della Destra, i cui lineamenti teorici se, per certi versi, risultano consegnati a superati contesti storici, per altri versi, invece, possono ancora offrire importanti stimoli e orientamenti per la stessa prassi politica quotidiana.
Per quanto incompiuta, la sua opera offre i punti di riferimento essenziali di una coerente visione del mondo, dell’uomo, dello Stato e della storia, alternativa alla sinistra nelle sue molteplici declinazioni, ma sempre riconducibili a quella che potremmo riassumere nella formula: “mitologia egualitaria”, che, a partire dagli anni giovanili, fu ricostruita fin nei dettagli. Sicuramente, quella certa idea della Destra risulta oggi ancor più radicale, perché rispetto agli anni Sessanta e Settanta, la nostra società è ulteriormente degenerata, soprattutto dal punto di vista etico e spirituale, approssimandosi, qualora non si registri una reazione risanatrice, un inevitabile collasso.
I suoi interessi subito si orientarono verso gli studi storici, laureandosi con Renzo De Felice, ponendoli in connessione con la sua passione per la politica, respirata tra le mura domestiche, ossia dalla viva voce di suo padre, Pino Romualdi, il celebre protagonista del Movimento Sociale Italiano. Da qui i suoi studi sugli Indoeuropei e sull’Europa delle origini, sul Fascismo, sulla Rivoluzione Conservatrice tedesca, ma anche sul pensiero, non solo politico, di filosofi come Platone, Nietzsche, Spengler, Drieu La Rochelle e, soprattutto, di Evola, al quale dedicò una biografia ancor oggi fondamentale.
Questo anniversario per una molteplicità di ragioni, non dovrà passare sotto silenzio, ma essere adeguatamente ricordato anche a Verona e chiunque vorrà dare un proprio contributo, può rivolgersi allo scrivente (vitanova.gp@gmail.com), anche attraverso questo gruppo di attenti lettori, in vista della realizzazione di future iniziative capaci di offrire un più che necessario tributo all’opera e alla figura di Adriano Romualdi.