Il Ministro della Salute Schillaci ha in animo di anticipare a 45 anni lo screening mammografico a carico del Ssn. Schillaci è medico e sa bene quanto la prevenzioni sia importante, soprattutto per un tumore, come il carcinoma della mammella, che è tra i più diffusi. Ogni anno ne vengono diagnosticati più di 50 mila: lo scorso anno, per la precisione, 55.700. Ed è un tumore in aumento, che nel 2022 è stato dello 0,5%. E’ nell’Italia settentrionale dove si registra l’aumento maggiore:163 nuovi casi per 100mila donne l’anno. Al Centro 145 nuovi casi per 100mila donne l’anno, mentre al meridione i casi calano a123 nuovi casi per 100mila donne l’anno.
Sempre nel 2022 in Italia sono morte 12.500 persone a causa di questa patologia e attualmente sono più di 800 mila le italiane che vivono con una diagnosi di cancro del seno sulle spalle e che si possono consolare per il fatto che, grazie ai progressi della medicina, oggi c’è una sopravvivenza dell’88% a distanza di 5 anni dalla diagnosi.
Il Piano Oncologico Nazionale varato dal Ministero punta a una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico. Ed è alla luce di questi dati che va letta la volontà di allargare la fascia d’età per lo screening mammografico dai 45 anni, attualmente la maggior parte delle regioni lo applica dai 50 anni, ai 75 anni. Prolungando di sei anni il limite d’età oltre il quale lo screening non è più praticato su larga scala, anche perché nella donna anziana crolla l’incidenza. ( foto Angiola Harry)