Sono circa 10.000 ogni anno le persone che hanno bisogno di cure palliative (qui il nostro video) nella provincia di Verona. Quando un paziente non può più giovarsi di trattamenti destinati alla guarigione, si assiste al progressivo peggioramento dei sintomi che porta a ripetuti ricoveri. In realtà, queste persone hanno bisogno di un percorso diverso, più idoneo ad accompagnare il fine vita, realizzato attraverso la “cultura del sollievo”.
All’Ospedale di Verona è nato il gruppo “Help” (Hospital End of Life and Palliative Care), team multiprofessionale e interdisciplinare, coordinato da Vincenzo Di Francesco, direttore Geriatria A. Lo scopo è di potenziare e garantire la presa in carico precoce, l’appropriatezza clinica, la continuità delle cure, l’adeguatezza comunicativa anche con i familiari e la continuità con il territorio. Il paziente è preso in carico dall’Azienda che ne segue tutte le fasi con un palliativista di riferimento.
Il team valuta i casi di pazienti terminali oncologici, ma anche i casi di patologie importanti con dolore come le malattie cardiache o polmonari. Si individuano i bisogni sanitari, ma anche psicologici della persona e dei familiari e quelli sociali (sistemazione). Le cure palliative sono cure della complessità. Molti attori devono cooperare anche per garantire il setting più adeguato (hospice, domicilio, residenza assistenziale) nella transizione ospedale-territorio, con una rete di cure domiciliari in collaborazione con l’Unità Complessa Territoriale di Cure Palliative della Ulss 9 Scaligera.
La sensibilizzazione e la formazione costante del personale sanitario sono diventati un volano motivazionale per cambiamenti, che hanno interessato sia l’ambito clinico sia l’ambito accademico dell’Azienda Ospedaliera, premiando un progetto che vede nella formazione la premessa indispensabile per generare cambiamenti stabili ed efficaci:
- con l’Università di Verona è stato attivato, nel 2020, un Master di I Livello in Cure Palliative giunto alla 4^ edizione e frequentato da medici, infermieri e psicologi provenienti da diverse regioni d’Italia per un totale di oltre 100 studenti diplomati;
- nuova Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative, istituita con decreto legislativo del 20 dicembre 2021, che partirà con il prossimo anno accademico.
La cultura del sollievo è il principio ispiratore della legge 38/2010 per l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. La Regione Veneto ha definito i profili dell’assistenza domiciliare sanitaria con la DGR nr. 5273 del 1998.
Le Cure Palliative sono nate sotto la spinta del terzo settore.
Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti: Callisto Bravi direttore generale AOUI; Giovanni De Manzoni, direttore dipartimento Scienze chirurgiche dell’Università; Vincenzo Di Francesco direttore UOC Geriatria A e coordinatore team Help; Leonardo Gottin, direttore Terapia Intensiva Cardio Toraco Vascolare e della Scuola di specialità Cure palliative; Roberto Salvia chirurgo del pancreas e direttore del Master universitario; Giuseppe Moretto, neurologo in pensione e responsabile associazione ‘L’Acero di Daphne’ e Giorgia Fontana, geriatra.
Callisto Bravi, direttore generale: “La nostra azienda si candida a far crescere la cultura della vita e il rispetto per i familiari che vanno altrettanto sostenuti. La sanità è un diritto mentre la salute e il fine vita sono un dono, percorsi nei quali Aoui si impegna ad alleviare il dolore e a proteggere le fragilità anche con aiuti psicologici. Il nostro sforzo organizzativo interno con il team Help dimostra che la morte non è la sconfitta del medico ma un passaggio della vita da accompagnare adeguatamente. Sono contento delle novità che presentiamo oggi sia per il team ospedaliero che è punto di riferimento anche per le strutture territoriali sia per la formazione che con la nuova Scuola diventa sempre più specialistica”.
Prof De Manzoni, direttore dipartimento Scienze chirurgiche dell’Università: “La formazione del medico palliativista è un passaggio importante della nostra università, che dal prossimo anno accademico avvia questa nuova Scuola di specialità. Abbiamo catalizzato questa esigenza che si completa con l’assistenza qualificata del team ospedaliero Help”.
Dott Di Francesco, coordinatore team Help: ““Abbiamo convogliato gli interessi e le necessità dei nostri pazienti e dei nostri professionisti che già da tempo si occupano di cure palliative. Con il team HELP ci occupiamo di pazienti che si rivolgono a noi per i loro sintomi, per le patologie, sia che siano alla fine della loro vita, sia che invece stiano affrontando una patologia che comunque ha un impatto molto importante in termini di dolore, di sofferenza e di isolamento. E questo riusciamo a farlo molto bene anche con una integrazione col territorio che, bisogna dire, ha sviluppato molto la sua capacità di ricevere il passaggio di consegne da parte nostra. È in corso il processo di accreditamento della rete locale di cure palliative voluto dalla Regione e che comporta l’uso di procedure che vengono messe in atto affinché il paziente nel suo percorso ospedale, domicilio, hospice, sia sempre accompagnato”.
Prof Gottin, direttore della Scuola di specialità Cure palliative: “Sarà una Scuola di ampio respiro sia per le discipline trattate sia per l’interazione fra le specialità. Tanti pazienti hanno bisogno di cure palliative e la nostra capacità sarà quella di ampliare il campo d’azione e intercettare le singole necessità”.
Prof Salvia, direttore Master: “Nelle 4 edizioni del Master abbiamo sempre avuto la copertura totale dei 30 posti disponibili, e siamo stati costretti a fare selezione perché le domande sono sempre state il doppio. Il Master è aperto non solo medici ma anche a infermieri e altri sanitari”.
Dott Moretto, neurologo Aoui in pensione e rappresentante Acero di Daphne: “Sono stato 40 anni in azienda ospedaliera occupandomi di cure palliative e adesso sono contento di ritornarci e vedere che sono state investite risorse e sforzi organizzativi per creare una rete funzionale al percorso del fine vita. La qualità dei servizi in questa delicata fase dei malati e dei familiari è molto importante, non solo per le cure erogate. La nostra associazione è impegnata a diffondere la cultura del sollievo e soprattutto la formazione di medici palliativisti”.