Giacomi Possamai è il nuovo sindaco di Vicenza. Per 500 voti ha battuto l’uscente Francesco Rucco con il 50,5% contro il 49,5%.  Davvero pochissimi voti. Anche perché Rucco, rispetto al primo turno, quando aveva raccolto appena il 44% dei consensi, ha fatto una bella rimonta. Ma non sufficiente per battere il candidato del Pd. 

D’altra parte la sua sconfitta era nell’aria. Quando un sindaco uscente, con tutti i vantaggi della visibilità avuta in cinque anni di amministrazione e con tutta la derivante possibilità di raccolta del consenso,  al primo turno non riesce a superare il 50%, vuol dire che è destinato a perdere. Così è stato a Vicenza. Così è stato a Verona.

Inutile girarci attorno. Se un primo cittadino, avendo a disposizione il ruolo che in politica più di tutti gli altri ti dà la possibilità di instaurare un rapporto con i cittadini, non è gradito a più della metà, significa che qualcosa non va. E questo, chi vive la città dovrebbe percepirlo prima delle candidature. Soprattutto i partiti. In questo caso quelli del centrodestra che, come avvenuto a Verona l’anno scorso, hanno di nuovo sbagliato candidato. Con tutta la stima e la simpatia per Francesco Rucco, come per Federico Sboarina, che sono entrambi delle bravissime persone, ma che non sono riusciti a stabilire un rapporto di sintonia con l’elettorato.

Primi a cambiare gli equilibri dentro AGSM AIM, la multi utility controllata dalle due città: oggi il sentiment politico è identico e questo mette in sicurezza il presidente Federico Testa e l’AD Stefano Quaglino, fortemente criticati dal centrodestra tanto berico che scaligero.

Ora, come L’Adige aveva paventato nove mesi fa, si verifica un fatto piuttosto preoccupante. Tutte le città dell’asse che va da Milano a Venezia -Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza e Padova-, la spina dorsale dell’Italia che produce, sono in mano al centrosinistra. Fa caso a sé Venezia, che è notoriamente un caso a parte. Ora i vertici nazionali del centrodestra, Fratelli d’Italia e Lega, una riflessione su questo dovrebbero farla urgentemente. Infatti se in due regioni, come la Lombardia e il Veneto, dove il centrodestra è al governo e dove gode di un’ampia maggioranza, nelle comunali delle città vince la sinistra vuol dire che i partiti non prestano la necessaria attenzione al territorio. Perché vincono a livello politico, nazionale e regionale, ma poi perdono sul terreno amministrativo comunale. 

Il centrodestra è al governo del paese con una maggioranza enorme. Ma se vuole stabilizzarla nel tempo deve mettere radici nei comuni. E per farlo deve mettere più attenzione alle vicende locali.