(di Bulldog) Domani gli Italiani celebrano la Repubblica, nata il 2 giugno 1946 col primo voto concesso alle donne ed al termine del secondo conflitto mondiale e del ventennio mussoliniano. La bandiera che aveva guidato più di una generazione di patrioti, dal primo sino al secondo risorgimento attraverso migliaia di fatti d’arme, perdeva lo stemma di Casa Savoia e veniva restituita agli Italiani nella sua essenza più pura. In questi settantasette anni, il Tricolore lo abbiamo tirato fuori dai cassetti in poche occasioni, ammettiamolo.
Domani, perdete due minuti. Tirate fuori dal cassetto del comò la vostra bandiera. Meglio ancora se è vecchia, ingiallita, van bene pure quelle sabaude dei vostri nonni. Esponete quella bandiera e per un minuto, uno soltanto, pensate a cosa saremmo se questo Paese fosse rimasto soltanto “un’espressione geografica” come voleva un vecchio politico austriaco. Credete forse che sotto l’Imperial regio governo, sotto il Papa o il Borbone avremmo conosciuto il benessere attuale? Credete forse che ci saremmo risparmiati i lutti e le sofferenze della Prima e Seconda Guerra mondiale? Siete certi che vivremmo nella sicura libertà garantita oggi dal nostro Tricolore? Dal 23 marzo 1848, data d’inizio della Prima guerra d’Indipendenza, al 2 giugno 1946, questo Paese ha attraversato una fase storica ricca e complessa. Ci siamo divisi e riuniti più volte. Noi, oggi, ne siamo il suo risultato. E, davvero, pochi altri popoli hanno saputo fare meglio di noi a parità di condizioni e in un lasso di tempo così ridotto.
Per cui domani perdete due minuti. Uno per appendere la nostra bandiera e uno per dire grazie a quelli che per regalarci questi due minuti hanno dato tutto.
(Alzabandiera a Castelvecchio. foto: Cristina Fattori)