Li hanno tirati un po’ tutti per la giacchetta, da tutte le coalizioni, e in tutti i Comuni al voto. In tanti si sono candidati, hanno corso per oltre un mese facendo il giro di amici e parenti, e alla fine si sono accorti che i loro coetanei molto spesso non si sono nemmeno presentati ai seggi. Figuriamoci votarli! E dato che in politica la matematica viene prima delle buone idee, il pericolo è adesso che tanto entusiasmo vada sprecato e si trasformi in nuova disaffezione.
Un’eventualità che oggi i politici più accorti cercano di evitare: a Sona si studia una “scuola di politica” che dia basi più certe ai ragazzi che vogliono occuparsi della cosa pubblica (e non importa da che parte stanno); a Villafranca Roberto Luca Dall’Oca ha visto in Consiglio soltanto tre under-35 e soltanto due sono della Z-generation, ovvero nati a cavallo del Duemila: Leonardo Bertasini, di FDI, e Alberto Bellesini, capolista di Futura. «Sento il dovere – spiega il confermato sindaco – di preparare oggi chi prendereà il mio posto fra cinque anni. E dobbiamo riportare i giovani alla politica, far capire loro che non è una “cosa sporca” ma è quanto di meglio una persona possa impegnarsi a fare. E c’è un solo modo per farli crescere ed è quello di coinvolgerli sempre di più nella vita pubblica, affidando loro compiti amministrativi».
Bertasini e Bellesini sono coetanei e amici: 115 preferenze il primo, laurea in economia e commercio e già impegnato nell’impresa di famiglia e già attivo nel volontariato; 165 voti per il secondo, gestore di patrimoni in una filiale del Banco BPM (è subentrato in ufficio, in una sorta di revolving-door, a Veronica Atitsogbe, attuale, giovanissima, vicepresidente del Consiglio comunale di Verona) partendo dal volontariato ha dato vita ad una lista fatta di soli under-25. Ai due toccherà il compito di tenere acceso il faro sulle tematiche giovanile in un Consiglio comunale dove sono, per età, clamorosamente in minoranza. «Il nostro dovere – sottolinea Bertasini – sarà proprio quello di cercare di mettere i giovani al centro di ogni progetto politico che verrà portato in Consiglio diffondendo una cultura della comunità che faccia perno sull’impegno, sulle azioni positive per combattere le fragilità di una generazione».
Bellesini dovrà confrontarsi già con le prime deleghe: politiche giovanili, innovazione tecnologica e palestre digitali (la rete fra i Comuni del territorio che vuole favorire la diffusione delle competenze informatiche nelle popolazione sfruttando i diversi device): «Abbiamo davanti tre anni ancora di PNRR – spiega – abbiamo perciò la possibilità di realizzare cose importanti, e non soltanto per i più giovani. Quello che immaginiamo è infatti un patto fra generazioni, la nostra prospettiva non è una “sostituzione”, ma operare sulle fragilità facendo attenzione ai bilanci del Comune come la gestione Dall’Oca ci ha insegnato».
Non è che la parola “fragilità” è diventata un po’ una coperta di Linus per una generazione che non ha voglia di impegnarsi?
«Per questo l’importante è esserci – ribattono i due rookie – dimostrare che siamo nella macchina che può cambiare le cose. Riportare fiducia in una politica che non è soltanto sui social, ma che affronta i temi di una generazione alla quale arriverà in dote un debito pubblico impressionante. E prestare attenzione alle fragilità non vuol dire coltivare alibi, ma affrontare i problemi per tempo, senza stigma sociali, per evitare che crescano e incancreniscano. Partendo dalle scuole dove va eliminata la demonizzazione sociale del lavoro degli psicologi. L’impegno verso le fragilità non è compassione, ma il nostro impegno verso la comunità». Buon lavoro. (nello scatto in apertura da sinistra: Leonardo Bertasini, Roberto dall’Oca e Alberto Bellesini. Foto D’Alto)
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