(di Stefano Cucco) Nel mese di maggio in tutto il Veneto sono caduti mediamente circa 174 mm di precipitazioni, registrando un dato nettamente sopra la media del periodo pari a 115 mm (+ 52% – dato ARPAV). Si registra finalmente un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi 4 mesi particolarmente avari di precipitazioni. Le nevicate del mese e le basse temperature della prima metà del mese hanno incrementato lo spessore medio del manto nevoso riportandolo su valori più vicini a quelli della media storica del periodo.
Il mese di maggio, poi, è stato tendenzialmente fresco, soprattutto con riferimento alla prima metà del mese. Considerando l’intero mese, con un finale decisamente caldo, si nota come la temperatura media sia complessivamente in linea con la media storica. Alla conclusione della stagione invernale il cumulo di neve fresca evidenziava un deficit finale di 160-170 cm di neve fresca in quota, di 130 cm a 1600 m e di 70-100 cm nei fondivalle delle Dolomiti (rispetto al periodo 1991-2020). Le nevicate del mese maggio hanno incrementato lo spessore medio del manto nevoso riportandolo su valori nella media per il periodo. (Fonte ARPAV) Per quanto concerne la piovosità è evidente il surplus di piovosità occorso principalmente nella parte centro meridionale della regione Veneto e sulle zone litoranee. La piovosità occorsa ha consentito di ridurre le necessità irrigue e di aumentare le riserve disponibili.
Per quanto concerne le acque sotterranee la situazione è ancora di elevata criticità per le falde acquifere del Veneto. Si rileva tuttavia qualche timido segnale di inversione di tendenza legato alle abbondanti piogge. Infine, gli invasi montani (Adige, Piave e Brenta) presentano un riempimento prossimo alla media del periodo, pur senza particolare abbondanza e le portate dei corsi d’acqua, stante l’abbondante piovosità che ha consentito di ridurre i prelievi irrigui ed a rimpinguare di deflussi, risulta in ripresa su tutti i corsi d’acqua monitorati.