Per adesso rimane costante la corsa dell’export veronese, che nel primo trimestre 2023 ha guadagnato un 12,6% nel I trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022. I prodotti venduti all’estero sono arrivati a sommare un totale di 3,9 miliardi, mentre la crescita si conferma superiore alle media veneta, che si è attestata attesta al 9% e a quella italiana che pure ha sfiorato il 10% (9,8%). Ma sul futuro le ombre non mancano.
“Nel 2022 siamo stati la decima provincia italiana per esportazioni e le nostre imprese sono competitive sui mercati esteri, europei e nordamericani in particolare”, spiega il presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Riello. “Ma occorre considerare anche che le dinamiche inflattive hanno influito sull’aumento a due cifre che continua ormai da più di un anno. Credo che stiamo ancora cavalcando l’onda lunga della ripresa post-Covid, mentre le previsioni congiunturali di Unioncamere Veneto di un aumento degli ordini scaligeri verso l’estero, segnalando un +0,8% nel primo trimestre, lasciano un punto di domanda sull’andamento dell’export nei prossimi mesi”.
Quanto ai settori che trainano l’export rimangono in primo piano l’agroalimentare, che vola letteralmente e pesa per il 20% sul totale delle esportazioni, i macchinari e il tessile-abbigliamento. Buono anche l’andamento delle calzature e stabile il marmo. Il vino nel primo trimestre appariva mostrava invece una frenata per quanto limitata, così come la termomeccanica e il legno-arredo.
Venendo ai dati, da gennaio a marzo di quest’anno i prodotti alimentari crescono del 24,9% sul primo trimestre 2022 a 573,5 milioni e l’ortofrutta del 20,6% a 199,3. I macchinari aumentano del 13,4% a 701,1 milioni e l’abbigliamento totalizza 435,3 milioni in crescita del 20,6%. Le calzature registrano un incremento del 10,8% a 128,2 milioni di euro. Il marmo è stabile a 104,2 milioni mentre il vino arretra dell’1,7% a 276,8 milioni. Perdono il 7% sia la termomeccanica (31,3 milioni) che i mobili (24,3 milioni).
“In merito alla destinazione delle nostre merci la Germania rimane il nostro primo partner con 758,3 milioni di acquisti per un peso percentuale sul totale complessivo dell’export del 19,4%. La top ten dei Paesi di esportazione della provincia di Verona”, prosegue Riello, “evidenzia come le nostre imprese siano ancora concentrate sullo sviluppo delle vendite nei paesi europei, Stati Uniti a parte. Le variazioni in aumento sono lusinghiere, ma solo poco più di un terzo, il 36,6% delle esportazioni pari a 1,4 miliardi, è destinato al resto del mondo”.
“Una delle economie più importanti del mondo, la Cina, occupa solo la posizione numero 24 posto nella classifica dei Paesi di esportazione con un calo del 21% a 34,6 milioni dovuto alla diminuzione del tessile-abbigliamento. Quindi complessivamente la situazione è lusinghiera, ma si può migliorare e la Camera di Commercio sostiene l’export con un bando per l’internazionalizzazione che uscirà entro l’estate”.
Analizzando i principali mercati di destinazione di merci e servizi scaligeri si conferma il primato della Germania con una variazione al rialzo del 21% (758,3 milioni), con la Francia che rimane il secondo mercato della provincia a 388,1 milioni, in crescita del 4,7% pesando per il 9,9% sul dato complessivo. La Spagna, rispetto allo scorso anno, ha superato gli Stati Uniti ed è al terzo posto con un aumento del 17,6% (223,9 milioni) mentre gli Stati Uniti scendono al quarto posto pur mantenendo una crescita in linea con la media trimestrale (11,9% a 195,2 milioni). Seguono il Regno Unito e la Polonia che registra un exploit del 32,3% a 159,2 milioni per l’aumento delle esportazioni del fashion system. In calo del 6,9% è la Svizzera che si colloca all’ottavo posto, seguita dal Belgio con una crescita del 36,6% e dai Paesi Bassi (8,8%). Il resto del mondo è in aumento dell’11% e conta 1,4 miliardi di vendite.