Nuove e più moderne modalità, dal ricovero breve alle tecniche mininvasive per la chirurgia contro l’obesità nel servizio di Chirurgia bariatrica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, diretto da Marco Battistoni. Pur con interventi chirurgici complessi la degenza è solo di due giorni, con il paziente in piedi già nel pomeriggio dopo l’intervento. Il ricovero breve garantisce un migliore recupero dell’autonomia postoperatoria e una riduzione delle complicanze. Obiettivi raggiunti attraverso una diversa organizzazione del reparto e delle sue procedure: dalle innovative tecniche chirurgiche (che permettono la degenza senza catetere, drenaggio e sondino nasogastrico), dai progressi farmacologici e, di recente, anche dall’utilizzo della robotica.
Per il suo alto livello di expertise, la Chirurgia bariatrica è dal 2018 centro di riferimento regionale. Oltre a essere punto di riferimento insieme a Padova per gli altri ospedali, il Centro di Verona sta coordinando il gruppo veneto per la certificazione del percorso terapeutico dell’obesità.
Dal 2014 è centro di eccellenza per la Società italiana chirurgia obesità e delle malattie metaboliche, che prevede non meno di 100 interventi l’anno, 4 tipi di interventi eseguiti e un follow up di almeno il 50% dei pazienti a 5 anni.
Questo proprio perché si tratta di chirurgia salvavita, in quanto l’obesità diventa un moltiplicatore per altre patologie. Si tratta di interventi che non vanno affrontati con leggerezza, non essendo interventi light di remise en forme, ma che vanno affrontati solo in centri specializzati che seguono le linee guida delle società scientifiche e accreditati Sicob.
La Chirurgia bariatrica, che è parte dell’Uoc Chirurgia generale diretta da Michele Genna, ha eseguito in dieci anni 1.800 interventi con una bassa percentuale di complicanze, in linea con le migliori casistiche, e una mortalità pari a zero. Tutti gli interventi di bendaggio gastrico, sleeve gastrectomy, bypass gastrico e mini bypass gastrico vengono eseguiti in laparoscopia. Da due mesi è attiva anche la sala operatoria con il robot Da Vinci che, essendo mini invasiva per la precisione millimetrica della zona da trattare, riduce ancora di più la fase post operatoria. Sempre nell’ambito mini invasivo, da due anni si sta utilizzando la tecnica endoscopica (endosleeve) che permette di ridurre il volume dello stomaco senza asportazione ma con un sistema di punti interni fatti con lo strumento endoscopico appositamente realizzato.
Non tutti gli obesi sono da trattare chirurgicamente. La decisione clinica viene presa da un team multisciplinare. Ne fanno parte Alessandro Mantovani, endocrinologo, e Rosa Bruna Dall’Agnola, psicologa, oltre a cardiologi, pneumologi, anestesisti.
Il 30% degli italiani è sovrappeso, il 15% soffre di obesità. Si tratta di obesità patologica quando la misurazione BMI (indice di massa corporea supera il valore di 35 (il calcolo si ottiene dividendo il peso corporeo per il quadrato dell’altezza). L’obesità deve essere presente da almeno 5 anni caratterizzati da insuccessi della dieta.
Dei 1.800 pazienti operati il 75% sono donne, il calo medio del peso è del 60-70% che deve essere mantenuto con adeguato follow up nei 5 anni successivi. Le cause dell’obesità sono nella maggior parte dei casi genetiche e, se non curata, possono portare a patologie gravi, come: ipertensione (tra i 20 e 45 anni aumenta di 6 volte rispetto ai normopeso), malattie cardiovascolari (10% di aumento di peso cresce del 20% il rischio a carico delle coronarie), diabete, neoplasie (mammella per le donne e colon per gli uomini).
Battistoni: “Dal 2008 abbiamo cominciato ad avere un numero significativo di interventi annui e una casistica che ci ha permesso di diventare sia Centro di riferimento regionale per gli altri ospedali sia centro di eccellenza della Società scientifica, che richiede almeno 100 operazioni l’anno. Noi ne facciamo circa 180 e non abbiamo mai smesso anche durante il Covid. Sono interventi complessi e salvavita perché l’obesità patologica non trattata è causa di molte malattie anche gravi. Con questa esperienza ultradecennale oggi siamo in grado di applicare i protocolli avanzati con il ricovero breve di due giorni, e da due mesi di utilizzare metodiche ancora più avanzate con la chirurgia mini invasiva, quella della robotica e della riduzione endoscopica. Nella nostra Unità l’incidenza delle complicanze è molto bassa e la mortalità pari a zero”.