(di Stefano Cucco) Emergenza idrica superata? nemmeno per sogno. Nei grandi laghi si registra una fisiologica decrescita dei livelli, provocata dalla tregua del maltempo e dall’aumento delle temperature. L’ultima neve in quota si sta sciogliendo e dai prossimi giorni si potrà fare affidamento solo sulle piogge estive per rimpinguare gli invasi. Le recenti, abbondanti precipitazioni hanno sì ridotto l’enorme deficit cumulato nella lunga stagione secca, ma non sono riuscite a compensare la carenza degli apporti nivali che, in bacini come quelli piemontesi dei fiumi Ticino o Tanaro, hanno raggiunto deficit superiori all’80%. Infatti, nonostante un notevole miglioramento della situazione lacustre, solo il lago Maggiore è sopra la media (90,3% di riempimento), Sebino e Lago di Garda la rispettano, ma il lago di Como è addirittura tornato sotto il valore medio del periodo (riempimento: 72,4%). In Veneto sono lievemente decrescenti i livelli del fiume Adige, la cui portata si aggira ora sui 213 metri cubi al secondo, mentre stabili sono Piave, Bacchiglione e Brenta; in calo è la Livenza. Infine, il fiume Po, in crescita, è maggiormente in salute nel tratto piemontese (a Torino ha una portata superiore alla media) che in quelli lombardi ed emiliani, dove il deficit sulla media storica resta ancora notevole (al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro manca il 26,5% d’acqua).
Se l’Italia pare avere almeno temporaneamente abbandonato lo scenario di grave insufficienza idrica, c’è un’emergenza, di cui non ci si può dimenticare soprattutto in chiave di coesione europea: interessa la Spagna, il cui territorio centro meridionale è colpito, per il terzo anno consecutivo, da un’estesa siccità, che interessa anche il Nord Africa (soprattutto le zone costiere di Marocco, Algeria e Tunisia), inducendo nuovi fenomeni migratori e pregiudicando ovunque l’agricoltura e l’equilibrio ambientale: a ricordarlo è il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, analizzando i dati dell’European Drought Observatory.
«L’acqua – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – si conferma un fondamentale asset geopolitico, che deve vedere una comune strategia europea». «Per questo – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – sarà proprio questo il tema d’apertura dell’Assemblea ANBI, in calendario il 4 e 5 Luglio a Roma».