Il Veneto è un’eccellenza e un punto di riferimento nazionale per la prevenzione vaccinale e prosegue su questa strada puntando sul territorio per promuovere le vaccinazioni per l’Herpes zoster, per il Pneumococco e per l’influenza.
I clinici: “I pazienti in assistenza domiciliare integrata sono fragili con problematiche socio-sanitarie complesse, non sottovalutare le conseguenze che possono avere queste infezioni è fondamentale”.
Assessore Lanzarin: “Emerge il ruolo cruciale del medico di medicina generale nella promozione della vaccinazione e il tavolo regionale è già attivo nel contesto istituzionale previsto dalla Regione e la sua attività fondamentale va sicuramente implementata”.
Coinvolgimento attivo del medico di medicina generale e dei soggetti fragili, familiari e caregiver, stratificazione della popolazione target, misurazione dei soggetti in assistenza domiciliare integrata e implementazione dell’attività del gruppo di lavoro multidisciplinare e multiprofessionale: sono alcune delle strategie che la Regione Veneto intende mettere in campo per aumentare i tassi di adesione alle vaccinazioni contro le infezioni da Pneumococco, Herpes zoster e influenza.
I soggetti in assistenza domiciliare integrata (Adi) e fragili per età rappresentano certamente un target fondamentale da attenzionare per queste tipologie vaccinali e occorre stabilire per questo una strategia di rapida implementazione delle azioni da intraprendere.
“La copertura vaccinale relativa a influenza, herpes zoster e pneumococco, in una popolazione target molto circoscritta quale i pazienti in assistenza domiciliare integrata (Adi) è di rilevante importanza, come definito a livello nazionale e regionale, dal momento che questa popolazione si caratterizza spesso per condizioni di aumentato rischio di forme complicate di malattia” così Manuela Lanzarin, Assessore alla Sanità del Veneto. “L’offerta vaccinale richiede modelli organizzativi diversi che vanno valutati in ragione delle specifiche caratteristiche e dei percorsi che devono essere oggetto di monitoraggio sotto il profilo dei risultati, degli obiettivi e dei costi. Ponendo il focus sui pazienti in assistenza domiciliare integrata (ADI) emerge il ruolo cruciale del medico di medicina generale nella promozione della vaccinazione, considerato che lo stesso e gli infermieri dell’assistenza domiciliare accedono regolarmente al domicilio. I tavoli regionali che si occupano di questi aspetti sono già attivi nel contesto istituzionale previsto dalla Regione del Veneto, sono inoltre presenti modalità di confronto con la medicina generale con la regia della Direzione Programmazione Sanitaria della Regione Veneto. Tali attività consentiranno di pianificare come realizzare un migliore livello di performance su questo tema, pur richiedendo lo sviluppo di strumenti e modalità che garantiscano la tracciabilità e la governance vaccinale che spetta al Dipartimento di Prevenzione, che pianifica e coordina le attività in tutti i punti della Rete di offerta”.
“Ne deriva la necessità di procedere ai seguenti approfondimenti –secondo Viviana Coffele, Direttore Distretto 1 Verona Città Ulss 9 “stratificazione della popolazione target, misurazione dei soggetti in assistenza domiciliare integrata che risultano vaccinati, analisi relativa all’integrazione socio-sanitaria e alla rete sociale (presenza di familiari, care-giver, componente monofamiliare, ecc.), individuazione di percorsi assistenziali integrati, che richiedono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di garantire, anche nel lungo periodo, la continuità delle prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, ossia le attività finalizzate alla prevenzione delle patologie legate alle vaccinazioni (influenza, polmoniti, infezioni da Herpes zoster); coinvolgimento dei soggetti fragili/familiari/caregiver, con interventi informativi e di counselling; coinvolgimento attivo del medico di medicina generale, il professionista sanitario più vicino alla persona fragile in Adi; costituzione di un gruppo di lavoro multidisciplinare e multiprofessionale per una progettazione integrata di tali percorsi vaccinali (Dipartimento di prevenzione, Distretto, cure primarie, Direzione prevenzione regionale), dalla pianificazione, organizzazione, analisi dei dati e monitoraggio”.
Il vaccino anti-pneumococcico è consigliato, ad esempio, a coloro che presentino epatopatie, emoglobinopatie, immunodeficienze congenite o acquisite, neoplasie oncologiche/oncoematologiche, insufficienza renale, trapianto d’organo, cardiopatie, malattie polmonari, diabete mellito, Hiv.
Il vaccino antinfluenzale rappresenta ogni anno un’opzione di prevenzione fondamentale e per alcuni pazienti salvavita. Recentemente la Regione Veneto nei soggetti in Adi e più fragili per età (over 85) fin dalla stagione passata, ne ha raccomandato l’impiego ad alto dosaggio, per garantire una maggiore risposta immunitaria e maggiore efficacia rispetto al vaccino tradizionale, come specificato nella Circolare del Ministero della Salute.
Altro esempio di intervento preventivo fondamentale è il vaccino anti-Herpes zoster, malattia causata dalla riattivazione del virus della varicella VZV, silente nei gangli del sistema nervoso ed estremamente debilitante per i pazienti anziani e fragili. Per questo oltre alla fascia d’età over 65, la vaccinazione è offerta in presenza di diabete mellito, patologia cardiovascolare, Bpco, soggetti destinati a terapia immunosoppressiva. La sua gratuità è già prevista per tutti i soggetti over 65 anni ma il prossimo passaggio potrebbe essere appunto estendere la copertura a tutte le categorie di cittadini considerati fragili.
“Le vaccinazioni contro Herpes zoster, Pneumococco e influenza prevengono queste gravi malattie, ma anche le loro complicanze diminuendo l’ospedalizzazione con miglioramento della qualità di vita e risparmio di risorse – sottolinea Caterina Pastori, Medico Medicina Generale Ulss 9 Scaligera, Segretario Amministrativo Simg Verona -. I pazienti con più di 85 anni o con più di tre patologie hanno un tasso di ospedalizzazione per polmonite da Pneumococco di circa l’80%. Inoltre, viene ottimizzato l’utilizzo di antibiotici contribuendo al contenimento dell’antibioticoresistenza”.
Nicola Veronese, Ricercatore Promozione della Salute, Materno-Infantile, Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza “G. D’Alessandro”, Università di Palermo interviene, infine, sulle conseguenze dell’influenza. “L’influenza è una condizione multidimensionale. Sempre più letteratura ci dice che l’influenza può dare conseguenze a breve, ma anche a lungo termine, come l’infarto o l’ictus. Vaccinarsi è dunque importante ed ancora più importante è trovare il vaccino anti-influenzale che possa dare i migliori benefici, con un limitato numero di eventi avversi nella persona fragile. In tal senso, la letteratura indica che il vaccino anti-influenzale ad alto dosaggio è molto efficace ed ha un buon profilo di sicurezza, rendendolo ideale per la persona anziana fragile”.