In concomitanza con la manifestazione della Cgil per la difesa della salute e il rilancio del Ssn che si è svolta sabato a Roma, è uscito il Rapporto sul Sistema sanitario italiano redatto da Eurispes, ente privato di ricerca politica, economica e sociale e dall’Enpam, l’ente di previdenza dei medici. Secondo il rapporto una famiglia su quattro è in difficoltà per pagarsi le prestazioni sanitarie.
Addirittura -dati riferiti al 2022, ma nel 2023 la tendenza è la stessa- il 33,3% ha dovuto rinunciare a curarsi. Dati allarmanti. Gli italiani hanno speso 40 miliardi per curarsi privatamente o per pagare i ticket. Una quota corrispondente a più del 2% del Pil.
C‘è poi lo squilibrio fra le regioni che genera la mobilità interna, data dallo spostamento dell’utenza da sud a nord per ricevere quelle prestazioni che non sono in grado di ricevere a casa loro. Fenomeno che appesantisce i conti economici delle regioni costrette a ‘comprare’ da altre le prestazioni erogate ai propri abitanti. Nel 2018 sono stati 1,5 milioni i cittadini che per curarsi hanno dovuto rivolgersi fuori regione.
Alla mancanza di medici dovuta a vent’anni di programmazione sbagliata, s’aggiunge la fuga dei camici bianchi dalla sanità pubblica perché pagati male. Il loro stipendio è inferiore a quello dei maggiori paesi europei.
Con questa situazione l’Italia si sta incamminando verso una sanità sempre più basata sul censo: chi ha i soldi si può curare, chi non li ha deve rinunciare o aspettare tempi inaccettabili.
Ed è questo il motivo che ha fatto scendere in piazza la Cgil, che ha richiamato l’attenzione sul fatto che il diritto alla salute è sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Maurizio Landini, capo della Cgil e unico vero leader della sinistra, ha ben compreso che la battaglia in difesa della salute può diventare un ariete da utilizzare contro la maggioranza di centrodestra che non riesce a dare segnali convincenti sul fronte sanitario. E la presenza della Schlein e di Conte alla manifestazione ne sono conferma.
Ci sono 4 milioni di persone che non si curano perché non hanno i soldi, denuncia il sindacato, e questo non è accettabile.
La situazione sta esplodendo. Il Governo deve stare attento. Aver messo due miliardi in più nell’ultima legge di bilancio a fronte della gravità di cui versa il Ssn è come pensare di curare il cancro con l’aspirina. E non è che nel Dpef per i prossimi tre anni abbia cambiato registro. La grave situazione della sanità va affrontata con coraggio, dicendo agli italiani la verità, ossia se la si vuole finanziare adeguatamente, sul livello degli altri partner europei, oppure, se non lo si vuole/può fare, bisogna prospettare un’alternativa concreta. Continuare così, facendo credere che la sanità è gratis per tutti, quando poi gli italiani devono spendere 40 miliardi per curarsi privatamente, diventa un imbroglio. E, spostando la lente sull’aspetto politico, diventa un arma potentissima regalata alla sinistra che non sa più cosa dire, ma che così viene messa nella condizione nei tornare a parlare al popolo di problemi veri.