L’orientamento in tema di assistenza delle persone anziane e fragili ha subito un netto cambio di rotta.
Dopo anni nei quali pareva che la soluzione di questo problema sociale fosse l’istituzionalizzazione, ovvero il trasferimento della persona anziana in una struttura, pubblica o privata, oggi l’orientamento è quello di fare di tutto affinché possa restare a casa sua. I vantaggi sono molteplici. Affettivo e psicologico in primis. Non ci vuole uno scienziato per capire che ognuno di noi, vecchio o giovane che sia, sta bene a casa sua. E questo cale a maggior ragione quando si diventa vecchi, più deboli, fragili, bisognosi di sicurezze. E quale sicurezza migliore per proprio tetto sopra la propria testa? Poi c’è un motivo economico che grava sia sulla famiglia dell’interessato sia sulla comunità. Il ricovero in una casa di riposo o in una Rsa è molto costoso. Meglio stare a casa con una badante che magari aiuti i famigliari, se ci sono. Per le persone anziane la casa è spesso anche un luogo di cura e assistenza, dove vivere la malattia e la fragilità diventa meno doloroso se circondati dal tutte quelle cose e persone che fanno stare bene
In alcuni casi ciò non è possibile per varie ragioni. Ma la regola è quella di fare in modo che l’anziano resti a casa sua. Linea confermata anche dal governo per bocca del Ministro della salute.
Per questo la Regione Veneto attraverso la Uls ha impostato il Progetto Domiciliarità 2.0, per promuovere, sostenere e favorire la permanenza in casa degli anziani anche quando si trovano in condizioni di fragilità e non autosufficienza.
A sostegno dell’iniziativa il Comune di Sona prevede i seguenti servizi:
Servizi di Assistenza Domiciliare e Pasti a domicilio. Ma il Progetto si prefigge di coinvolgere anche le comunità, per renderle più attente e accoglienti verso gli anziani.
Puoi farlo proponendoti come #volontario a questo link