Intesa Sanpaolo ha fatto i conti in tasca ai distretti del Veneto che nel 2022i hanno superato i 33,5 miliardi di euro di esportazioni, +4,2 miliardi di euro rispetto al 2021 (+14,2%) in linea con la media distrettuale nazionale e +5,7 miliardi di euro rispetto al periodo pre-Covid (+20,7%) con un aumento diffuso a quasi tutti i 27 distretti: restano, seppure di poco, in territorio negativo (rispetto al 2021) gli Elettrodomestici di Treviso (-29 milioni di euro pari a -1,9%), le Carni di Verona (-12,1 milioni di euro pari a -1,9%) e i Mobili in stile di Bovolone (-2,9 milioni di euro pari al -2,7%) questi ultimi penalizzati dal blocco delle esportazioni verso i paesi in conflitto (Russia, Bielorussia e Ucraina). Con 8,7 miliardi di euro di esportazioni, i distretti del Veneto hanno raggiunto nel 4° trimestre 2022 un nuovo livello record, pur segnando un rallentamento rispetto alla crescita registrata nei trimestri precedenti. I distretti del sistema moda che hanno raggiunto un incremento complessivo nell’anno di 2 miliardi di euro di esportazioni a prezzi correnti (pari al +16,7%), hanno mantenuto tra ottobre e dicembre una buona dinamica delle vendite all’estero (+12,6%). Al primo posto si colloca l’Occhialeria di Belluno (+656,8 milioni di euro, pari a +22,3%), seguita dall’Oreficeria di Vicenza (+392,5 milioni di euro, pari a +22,7%) e dalla Calzatura sportiva e sportsystem di Montebelluna (+334,9 milioni di euro, pari a +21,7%).
Gli Stati Uniti sono il mercato di sbocco con la maggiore crescita nel corso del 2022 (+813,2 milioni di euro pari a +22,7% sul 2021) accanto ai principali mercati di sbocco europei, in primis Francia (+588,7 milioni di euro pari a +18,3%), seguita da Germania (+437,6 milioni di euro pari a +11,3%) e Spagna (+267,5 milioni di euro pari a +20,1%). Tra ottobre e dicembre si sono osservati dei balzi significativi nelle esportazioni rispetto allo stesso periodo del 2021, verso la Turchia (+41,9%), gli Emirati Arabi Uniti (+33,5%), il Giappone (28,2%) e l’Australia (+25,0%). Al contrario, si sono registrati i maggiori cali in Svizzera (Termomeccanica di Padova, Calzatura sportiva e sportsystem di Montebelluna e Oreficeria di Vicenza) e nei mercati coinvolti nel conflitto russo-ucraino.
L’Occhialeria di Belluno ha sfiorato nel 2022 i 3,6 miliardi di euro di vendite all’estero, grazie al traino rilevante degli Stati Uniti (+19,5% sul 2021), che da soli rappresentano più di un terzo delle esportazioni totali del distretto (seguono in ordine di grandezza Francia e Germania). Sono state rilevanti anche le vendite in Francia (+28%) e in Cina (+58,6%); quest’ultimo mercato, che si colloca per dimensione al quinto posto dopo la Spagna, nel 4° trimestre ha mantenuto un incremento del 55% sullo stesso periodo del 2021. Brillante risulta anche l’aumento delle vendite in Turchia tra ottobre e dicembre (+82%), a fronte di una drastica riduzione dell’export verso la Russia. Il settore, grazie alla ripresa della socialità e dei viaggi, ha raggiunto livelli massimi delle esportazioni nel 2022 nel comparto degli occhiali da sole (che rappresenta il 66% del totale delle esportazioni), superando dell’80% quelle del 2021 e del +30% quelle del 2019. Si attestano a doppia cifra sul 2021 anche gli incrementi nell’export delle montature per occhiali in plastica (+24%). Segnali di segno opposto arrivano dai dati dei primi due mesi del 2023, con un calo del settore del 15% sullo stesso periodo del 2022.
Dal punto di vista industriale, proseguono le acquisizioni da parte dei big player del distretto bellunese del portafoglio delle licenze di alta gamma (EssilorLuxottica ha ottenuto di recente l’esclusiva per gli occhiali di Brunello Cucinelli e per Swarowsky, De Rigo ha acquistato Rodenstock, Kering Eyewear ha acquisito Lindberg, marchio di lusso danese, e Maui Jim; Thélios ha stretto un accordo con Bulgari per la produzione e la distribuzione da gennaio 2024 degli occhiali del marchio appartenente al gruppo LVMH). Nel distretto sono in corso nuove riorganizzazioni delle produzioni dei grandi marchi: da una parte è in atto l’espansione di Thélios a Longarone per i marchi LVMH, dall’altra è stata annunciata la chiusura dello stabilimento Safilo di Longarone, per il quale si stanno cercando imprese in grado di subentrare e sostenere quanto più possibile l’occupazione dei 470 dipendenti.
L’Oreficeria di Vicenza supera i 2,1 miliardi di euro di esportazioni, registrando una crescita a prezzi correnti del 22,7% sul 2021 e pieno recupero sul 2019 (+52,8%), attestandosi come distretto orafo italiano con migliore performance rispetto ad Arezzo e Valenza anche al netto dell’effetto del rialzo dei prezzi alla produzione estera (pari a +15,7% nel 2022) e nonostante l’andamento della domanda mondiale di gioielli in oro, in leggero calo rispetto al 2021 (-2,9%). Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di sbocco delle esportazioni del distretto, rappresentando circa un quarto delle vendite all’estero (24%), con una crescita del 7,6% sul 2021, sostenuta anche da un cambio favorevole. Gli Emirati Arabi Uniti, con un balzo del 46% sul 2021, hanno trainato la crescita del distretto, seguiti dall’incremento della Turchia (+70%,) che ha più che bilanciato l’azzeramento delle vendite dirette in Russia, e dalla ripresa in estremo oriente dei mercati di sbocco di Malaysia (+42%) e Hong Kong (+24%). Infine, il Sudafrica si attesta come terzo mercato di sbocco con 136 milioni di euro, pari al 6,4% di quota delle esportazioni totali del distretto vicentino.
La Calzatura sportiva e Sportsystem di Montebelluna cresce a doppia cifra (+21,7%) grazie anche ad un’ottima stagione invernale che ha spinto l’incremento delle vendite non solo di scarponi da sci, ma anche di scarpe per l’outdoor all’estero (+40% nel 4° trimestre del 2022 su 2021). Francia, Germania e Stati Uniti costituiscono i principali mercati di sbocco (fanno più del 40% delle vendite) e presentano tutti incrementi che vanno oltre il 20% (si evidenzia anche l’Austria con un aumento del +37%). Nel 4° trimestre 2022 si è osservata una leggera flessione delle vendite di biciclette dovuta a cali in Romania (questi ultimi sono da attribuire anche ai flussi di prodotti intermedi verso gli stabilimenti produttivi delocalizzati nel paese), Svizzera e Ungheria. Il distretto mantiene la sua eccellenza puntando sull’innovazione di prodotto in chiave di sostenibilità (ad esempio nuovi investimenti in corso, nello stabilimento di Montebelluna della Rossignol, per la produzione di scarponi da sci realizzati in materiali riciclati e a base bio) e nella ricerca di nuovi materiali degli scarponi da sci (lo scarpone ibrido da sci alpino e scialpinismo di Scarpa) e delle scarpe sportive per il trekking e per il trail running.
La filiera della pelle veneta ha registrato una buona crescita nei mercati internazionali, sia nei distretti a monte, la Concia di Arzignano (+10,0% sul 2021), che nei distretti finali a valle, le Calzature del Brenta (+26,9%) e la Calzatura Veronese (+11,3%). Per la Concia, grazie alla diversificazione degli utilizzi dei pellami del distretto, che vanno a soddisfare l’arredamento, il settore automotive e quello degli articoli di pelletteria, sono stati trainanti i mercati più lontani, Stati Uniti (+41%), Repubblica di Corea (+69%), Serbia (+61%) e Giappone (+70%). Il settore conciario è impegnato in un’importante operazione di revisione del processo di concia attraverso la riduzione degli sprechi di produzione (ad es. il riutilizzo dei materiali di rifilo della produzione operato da Mastrotto) e l’adozione di nuove tecniche naturali che riutilizzano materiali di scarto dell’industria alimentare (ad es. acque concianti di vegetazioni olearie, ossia gli scarti della spremitura delle olive e successiva spremitura) e non il cromo come agente conciante. Vengono impiegati gli scarti della rasatura delle pelli, con un processo termochimico di pirolisi mediante agenti organici e naturali.
Il distretto delle Calzature del Brenta, grazie alla forte partnership con le maison di alta moda francese, che hanno stabilito nel distretto la propria sede di produzione (prima LVMH a Fiesso d’Artico ora Manufactures Dior a Fossò), ha nel mercato francese il principale sbocco di vendita (59% del totale delle vendite e crescita del +33% nel 2022). Si sono rafforzate anche le vendite negli Stati Uniti (+23%, secondo mercato), in Germania (+22%, terzo mercato), in Spagna (+25%) e nei Paesi Bassi (+11%).
Per la Calzatura veronese, caratterizzata da un’offerta di moda più informale e di sneakers, si sono messi in evidenza per crescita, soprattutto mercati di sbocco europei, tra cui spiccano la Polonia (+21%, terzo mercato), la Francia (+27%), il Belgio (+28,4%), la Germania (+10%, secondo mercato) e la Spagna (+26%). La Svizzera, primo mercato di riferimento con la quota del 16,9% delle esportazioni, è rimasta stabile sui livelli del 2021.
Il Tessile e abbigliamento di Treviso e l’abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno nel 2022 superano le vendite dell’anno precedente (10,5% Treviso e +5,2% Schio-Thiene e Valdagno) e il primo riesce quasi a recuperare i livelli pre-pandemici (-0,9%), mentre per Schio-Thiene e Valdagno rimane ancora un leggero divario (-4,7%). Nel distretto di Treviso si è registrata una crescita diffusa nei mercati europei, in particolare in Francia (+17,5%), in Germania (+8,1%) e anche nel mercato russo, verso il quale i flussi commerciali non si sono interrotti nel 2022. Nel distretto vicentino sono state rilevanti le vendite quasi raddoppiate verso la Cina (+93%) e verso gli Stati Uniti (+63%), mantenendo però Germania, Francia e Regno Unito nelle prime tre posizioni di export.
Pur con alcune eccezioni, anche i distretti del Veneto collegati al sistema casa, hanno chiuso in positivo il 2022, sull’onda lunga della domanda di beni e prodotti per il “mondo casa” iniziata nel periodo pandemico. Il distretto Legno e arredo di Treviso ha esportato 200 milioni di euro in più (pari a +9,8%). L’area continentale rimane centrale per il distretto trevigiano, con Francia, Germania e Regno Unito nel podio dei primi tre mercati di riferimento, tutti con incrementi a doppia cifra, a differenza degli Stati Uniti che rimangono in territorio negativo.
Notevole il balzo in avanti dei Prodotti in vetro di Venezia e Padova, che a fronte di 398 milioni di euro di esportazioni, hanno registrato un +39,1% sul 2021, grazie al traino di Stai Uniti e Germania, ma soprattutto per effetto delle vendite triplicate in Spagna. Bene il distretto del Mobile del bassanese con 555 milioni di export (+19,3%), supportato dall’export verso la Germania (+30,3%), la Repubblica Ceca, gli Emirati Arabi Uniti (dove le esportazioni sono più che raddoppiate) e gli Stati Uniti (+17,5%), terzo mercato più rilevante.
Positivi anche i risultati del Marmo e granito di Valpolicella (+9,9%), trainato da Stati Uniti, Germania e Francia, e dei Sistemi per l’illuminazione di Treviso e Venezia (+6,7%, con Francia, Stati Uniti e Regno Unito a controbilanciare il calo di vendite in Germania). In territorio negativo i Mobili in stile di Bovolone, in flessione del 2,7% (105 milioni di export con un calo pari a -2,9 milioni di euro), a causa della notevole riduzione delle esportazioni verso la Federazione russa (-29,2%).
Gli Elettrodomestici di Treviso, che con ben 1,47 miliardi di euro di export, rappresentano il peso maggiore all’interno della Inox Valley comprendente anche il pordenonese, hanno registrato una dinamica negativa pari al -1,9% sulla scorta delle flessioni di vendite nei mercati coinvolti dal conflitto russo-ucraino.
Positiva la dinamica dei distretti della metalmeccanica del Veneto, che ha raggiunto esportazioni per oltre 6,9 miliardi di euro, +15,9% sul 2021 con un incremento di 957 milioni di euro. Nello specifico, la Meccanica strumentale di Vicenza si attesta a 2,6 miliardi di export (+15,6%), sostenuta dagli ottimi risultati negli Stati Uniti (primo mercato, +49,8%, seguiti da Francia +16,7% e Turchia +40,7%). La Termomeccanica scaligera, a 1,7 miliardi di export (+14,9%), è stata sostenuta dalla tenuta dei primi mercati di sbocco: Germania, Francia e Polonia.
La Termomeccanica di Padova con 1,6 miliardi di export ha registrato un +14,1% sull’anno precedente: da segnalare le esportazioni verso Regno Unito (+36,5%), Stati Uniti (+42,1%) e Australia (+52,4%). Le Macchine agricole di Padova e Vicenza a 952 milioni di euro segnano un ottimo +22,3% sul 2021. Positivi i mercati di Stati Uniti +51,4%, Germania +17,5% e Polonia + 43,1%.
Per quanto concerne l’agro-alimentare, il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene si è contraddistinto come il distretto del vino con maggiore crescita nei mercati internazionali con 210 milioni di euro in più (+25,3%), realizzati in particolare verso Stati Uniti (+30,8%), Germania (+30,3%) e Francia (+54,5%); riprendono a crescere anche le vendite verso il Regno Unito (+5,5%), pur restando ancora del 22% inferiori rispetto ai livelli del 2019. La produzione complessiva ha confermato le bottiglie del 2021 per la DOCG (100 milioni) e un leggero aumento per la DOC (+1,8% per totali 638,5 milioni di bottiglie – Fonte Consorzi Prosecco).
Il distretto Vini di veronese registra 1,2 miliardi di euro di export (crescita più contenuta rispetto al Prosecco, +6,7%) e una produzione nel 2022 di alta qualità (67 milioni di bottiglie) che si è ridotta dell’8,4% (Fonte Consorzio Vini Valpolicella). Buona anche la dinamica del distretto Dolci e pasta Veronesi: 396 milioni di euro, in miglioramento del 19,1% sull’anno precedente (in evidenza Regno Unito, Germania e Stati Uniti).
Il distretto Ittico del Polesine e del Veneziano va a quota 104 milioni di export (+5,7%) grazie al traino di Croazia e Spagna. In territorio negativo il distretto Carni di Verona, 614 milioni di export, -1,9% sul 2021 nonostante il recupero avvenuto nel quarto trimestre (+10,2% sul 2021), seguendo le dinamiche del mercato tedesco che da solo rappresenta un terzo delle esportazioni totali.
Negli altri settori, il distretto Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova ha chiuso con 2,4 miliardi di euro di esportazioni, in crescita sostenuta del +11% (Germania, Francia e Polonia), il distretto Grafico veronese ha segnato un aumento brillante del +37,5%, toccando quota 400 milioni di export grazie alla dinamicità del marcato statunitense (+204%).
Si sono stabilizzate le esportazioni per il distretto Biciclette di Padova e Vicenza, che supera quota 336 milioni a +3,4% sul 2021, dopo la forte ripresa post pandemica, mantenendo un buon profilo di vendita in Spagna, Paesi Bassi e Giappone.