Lo scontro Comune-Fondazione Arena continua. Secondo il PD “è arrivato il momento di chiudere”
Alla conferenza stampa di questa mattina erano presenti Franco Bonfante, segretario provinciale del PD insieme ai consiglieri comunali Alessia Rotta, Alberto Falezza, Francesco Casella e Carla Agnoli.
“È arrivato il momento di andare al recesso dell’attuale contratto tra comune e Fondazione Arena fatto da Sboarina” ha spiegato Bonfante, contratto che prevede, per il periodo 2022-2025, l’accordo per la concessione in uso gratuito dell’anfiteatro Arena a Fondazione Arena di Verona e, in sub concessione, ad Arena di Verona Srl. “Noi proponiamo il recesso previsto dal contratto, che possono richiedere entrambe le parti con un preavviso di sei mesi. È arrivato il momento di chiudere in modo tale da ripartire con il dialogo l’anno prossimo”. E non sono mancati i rimandi all’amministrazione precedente: “La delibera di aprile di Sboarina è stata una forzatura. Una delibera di giunta che aveva questioni più idonee al consiglio comunale. Ciò che conta è la scelta politica”, ha continuato.
“Non è un mistero quello che è avvenuto nell’ultimo cds”, gli ha fatto eco Alessia Rotta. “Una parte dei soci ha dimostrato di ignorare chi c’è ora a Palazzo Barbieri e chi è il presidente della Fondazione Arena”. La consigliera ha poi sottolineato anche quello che è il tema centrale secondo il PD: il ruolo di regista che dovrebbe avere il comune, “L’Arena di Verona è un bene della città e quindi l’interesse della cittadinanza deve prevalere sull’interesse dei privati e dei singoli. La collaborazione tra comune, Fondazione Arena ed extralirica è necessaria”.
Durante la conferenza si è parlato anche di una possibile diminuzione delle serate in Arena: “Dobbiamo tenere in considerazione la logica della domanda e offerta. Non ci sono dubbi che la domanda in Arena sia altissima, ma rimangono i problemi di capacità strutturale, oltre a quelli legati alla necessità di fare coesistere le varie realtà”, ha spiegato Rotta. “Noi non diciamo che l’Arena si dovrà utilizzare solo per la lirica” ha poi sottolineato Bonfante, “ma vogliamo ragionare anche su di una programmazione diversa da quella che punta solo a fare il pieno”.