(in aggiornamento) Le Famiglie Arcobaleno entrano, per la prima volta, nella Consulta comunale della Famiglia di Verona e Damiano Tommasi annuncia che d’ora in poi le richieste di trascrizione all’Anagrafe dei bambini delle coppie omogenitoriali (al momento non ne è ancora arrivata una) verranno trattate da lui personalmente che le valuterà caso per caso. Tommasi ha ribadito che “nell’attuale vuoto normativo è prioritario tutelare i diritti dei bambini e delle bambine che dovranno essere trascritti/registrati con la maggior tutela possibile”.  

La decisione di aprire la Consulta della Famiglia – struttura avviata nel 1997 con lo scopo di promuovere iniziative atte a diffondere una cultura per la famiglia come istituzione fondamentale e a rendere la società e le altre istituzioni più attente ed adeguate ai problemi che la riguardano – agli Arcobaleno è destinata a suscitare nuove polemiche: lo statuto dell’associazione – infatti – all’articolo q) parla di “promuovere la diffusione, all’interno e all’esterno dell’associazione, di buone pratiche in merito ai percorsi di PMA e GPA rispettosi e dignitosi per tutte le persone coinvolte, conformemente alla normativa vigente”.

La normativa vigente vieta l’utero in affitto e, anzi, il governo intende stringere ancora di più le maglie della norma dichiarando il reato “universale” al pari di quello contro lo sfruttamento sessuale perseguendo le attività anche commesse all’estero da cittadini italiani. La cosa non mancherà di suscitare reazioni politiche. Non a caso, Traguardi ci mette subito il cappello: “Continua l’impegno del Comune per rendere Verona una città sempre più inclusiva – spiegano in una nota Beatrice Verzè (capogruppo, anche consigliera delegata alle Pari Opportunità), Giacomo Cona e Pietro Trincanato -. Un altro passo avanti verso questa direzione è stato fatto di recente con l’apertura della Consulta comunale della famiglia anche ai rappresentanti delle famiglie arcobaleno, che per la prima volta hanno voce in capitolo all’interno di questo organismo propositivo e consultivo sulle problematiche familiari. La necessità, ora, è proseguire su questa strada con l’atto dovuto di dare riconoscimento ai bambini e alle bambine con due mamme e due papà che ogni giorno vanno a scuola, giocano nei parchi gioco e nei campi sportivi, frequentano corsi e attività come tutti i loro coetanei, senza avere però gli stessi diritti. La situazione a cui stiamo assistendo in Italia non è degna di un paese civile e nell’attesa che questa ingiustizia venga sanata da una legge di buon senso, siamo felici di poter dare il nostro contributo per costruire una città dove i diritti e l’uguaglianza familiare siano tali per tutti