VeronaFiere “cancella” il Covid, torna a fatturare come e più del 2019 e fa pulizia fra le sue partecipazioni così da essere pronta a cogliere il vento di ripresa che soffia fra i padiglioni del sistema fieristico nazionale. Fa meglio delle sue competitor italiane e si prepara al nuovo piano industriale 2024-2026. L’assemblea dei Soci di Veronafiere, riunita questa sera in seduta ordinaria, ha approvato il bilancio 2022 della SpA e ha preso visione dei risultati relativi ai primi mesi del 2023. Dal punto di vista generale, il documento evidenzia il trend positivo dell’esercizio passato con il fatturato della Fiera di Verona che riallinea il benchmark pre-Covid a fronte di un calendario tornato a pieno regime, nonostante l’andamento incerto del primo trimestre 2022 ancora segnato da alcuni spostamenti di manifestazioni, con conseguenti maggiori oneri per la riorganizzazione.
Il recupero di fatturato e attività consente così a Veronafiere SpA di archiviare il 2022 all’insegna di una ripristinata solidità patrimoniale e stabilità finanziaria grazie all’aumento di capitale da parte dei Soci, alla rinegoziazione dei finanziamenti e, soprattutto, alla ripresa di tutta l’attività caratteristica. Infatti, il consuntivo 2022 è il risultato di 49 fiere ed eventi di cui 35 in Italia e 14 all’estero in 9 Paesi, che hanno visto la presenza di 750 mila operatori e 11 mila espositori, su una superficie netta venduta di 588mila metri quadrati. Anche il comparto congressuale si è rimesso in moto con 49 congressi (che arrivano a 250 considerando quelli infra-manifestazioni) per 28 mila presenze (che, con quelle infra-rassegne, salgono a 41mila). Una istantanea che evidenzia un quartiere ritornato pienamente attrattivo e rappresentativo delle principali filiere del Made in Italy.
Positivo anche il bilancio 2022 del Gruppo Veronafiere che supera i numeri pre Covid e si attesta a 107,7 milioni di euro di ricavi (80,7 quelli della capogruppo Veronafiere SpA), in crescita del 2,1% sul 2019, ultimo anno di riferimento, e un Ebitda di 17,7 mln (11,6 quello di Veronafiere SpA), in aumento del 22,5% sul 2019. La ricostituzione economico-finanziaria e l’impulso positivo della prima parte di quest’anno fieristico hanno portato il Consiglio di Amministrazione a effettuare alcune scelte coraggiose e strategiche per assicurare gli obiettivi di crescita e competitività del prossimo Piano industriale 2024-2026 che sarà presentato entro l’anno ai Soci. Conseguentemente, l’esercizio 2022 del Gruppo Veronafiere si chiude, in linea con i risultati di tutti i principali player italiani, con un disavanzo di 5 milioni di euro imputabili principalmente a razionalizzazioni e svalutazioni societarie necessarie e improrogabili di alcune partecipate e controllate; alla decisione di operare accantonamenti prudenziali; al riassetto societario. Il tutto alla luce di una gestione caratteristica derivante dalle rassegne in sostanziale pareggio e in linea con quanto previsto dal Piano della ripartenza.
L’Assemblea dei Soci ha inoltre preso visione dell’andamento della prima parte dell’anno che conferma una ripartenza di slancio, fondata sul consolidamento degli indicatori dimensionali (espositori, visitatori e superfici occupate) e valoriali, in linea o in crescita sul 2019.
Condizioni queste che spingono le previsioni 2023 in positivo, con proiezioni a fine anno di un ulteriore incremento del fatturato e dell’utile anche comparandoli con gli esercizi pre-Covid.
«Abbiamo presentato ai Soci un bilancio frutto di precise scelte di razionalizzazione aziendale, di svalutazioni strategiche di alcune delle nostre controllate e di messa in sicurezza dei conti che ci permettono di avere uno stato patrimoniale risanato e di guardare con rinnovata fiducia al futuro – sottolinea il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo -. Il documento deve essere letto e collocato all’interno di uno scenario complesso su scala globale che, nel medio e lungo termine, ci prospetta decisioni strategiche anche sul fronte del posizionamento internazionale. Il ritorno al fatturato pre-Covid, ci consente di continuare a creare valore non soltanto per i settori economici rappresentati dalle rassegne in portafoglio diretto, ma anche per il territorio
regionale e per la stessa Verona, in cui operiamo da 125 anni generando un indotto diretto e indiretto fonte di crescita e benessere per la collettività”.
Per l’amministratore delegato della Spa fieristica, Maurizio Danese: “I dati di chiusura sottolineano il recupero del fatturato e di tutta l’attività fino al ripristino della solidità patrimoniale, requisito fondamentale per garantire sviluppo e crescita. Nel 2022 abbiamo rilanciato e rafforzato, anche in chiave evolutiva, i prodotti core del Gruppo Veronafiere generando business per i nostri clienti attraverso le nostre rassegne in Italia e all’estero. Il consuntivo archiviato riflette componenti straordinarie che necessitavano di una gestione attenta e altrettanto straordinaria. Ora acceleriamo nel percorso di digitalizzazione dei processi, diversificazione e internazionalizzazione delle manifestazioni, investendo in competenze interne e attraendo professionalità. Quest’anno saranno definiti gli obiettivi del Piano Industriale 2024-2026 con lo sguardo a una forte accelerazione sull’internazionalizzazione, vero asset per la competitività della fiera che, sullo scacchiere dei mercati, ha costruito un modello di promozione sostenuto dal Sistema Paese”.