E’ stata la Uil il primo sindacato a denunciare i disservizi all’Ospedale di Verona (Borgo Trento e Borgo Roma) dovuti al cambio del sistema operativo informatico. Un’operazione necessaria per superare gli attuali sette sistemi che convivono, senza però dialogare fra loro. Un’operazione che riguarda tutte le strutture della sanità pubblica del Veneto, voluta dall’assessorato per uniformare la rete che raccoglie milioni di dati. Un’operazione giusta e necessaria, ma molto complessa e che, non era difficile prevederlo, comporta anche delle difficoltà, dei problemi da risolvere che, come sempre, emergono solo quando la si esegue nella pratica. Nessuna meraviglia quindi se ciò comporta delle criticità e dei disservizi. La meraviglia è che si sia comunicato proprio dall’Aqui di Verona, una delle due più grandi del Veneto.
Il problema l’aveva già posto giovedì scorso con grande chiarezza il Segretario Generale Uil Fpl di Verona Stefano Gottardi: «Ma perché – aveva chiesto- il nuovo sistema operativo che la Regione ha adottato per tutte le strutture sanitarie viene collaudato in un grande Ospedale come quello di Verona? Non lo si poteva fare su una realtà più piccola? Così quando arrivava nei grandi ospedali come il nostro il sistema era già collaudato. E invece è partito proprio da Verona. Creando notevoli difficoltà al personale sanitario ma anche ai pazienti». E ancora: «Non si capisce se questa scelta è stata fatta dal Direttore Generale o è stata un’imposizione della Regione?»
La risposta, forse, arriverà domani, giovedì, quando Callisto Bravi riceverà le rappresentanze sindacali delle Cgil e della Cisl che hanno condiviso la posizione della Uil e le hanno rese pubbliche in una conferenza stampa. I sindacati, pur comprendendo la necessità di razionalizzare il sistema operativo, hanno affermato che ciò non può venire a scapito dell’utenza. Già i tempi d’attesa negli ospedali sono lunghi. Con il disservizio di questi giorni gli allungamenti stanno diventando inaccettabili. Tanto che hanno proposto che, se la cosa non si risolve subito, la procedura in corso venga sospesa.
Nel frattempo Callisto Bravi, direttore generale Aoui Verona ha tenuto a precisare che “la sicurezza dei pazienti è per noi prioritaria e garantita costantemente anche dalle procedure di qualità consolidate e presenti in azienda. L’assistenza ai pazienti è certamente assicurata in tutti i setting assistenziali, soprattutto e con una fortissima attenzione nell’emergenza e urgenza. Giovedì, i rappresentanti dei lavoratori verranno aggiornati su tutte le attività in essere e sullo stato di avanzamento del progetto. Siamo a conoscenza della fatica dei dipendenti, già preventivata per queste tipologie di forti cambiamenti. Per portare innovazione e miglioramenti è necessario un periodo di assestamento, che vista la delicatezza dell’ambito abbiamo cercato di limitare il più possibile, garantendo sicurezza e senza mai venir meno alla continuità assistenziale.
Prosegue il monitoraggio quotidiano del sistema al fine di alleviare gli inevitabili disagi all’utenza, e così continueremo fino a quando avremo raggiunto l’impegnativo obiettivo di digitalizzazione sanitaria che ci è stato assegnato”.
Ma quello che emerge è un disagio generalizzato. Non solo fra i pazienti, ma anche fra i medici e gli infermieri che rilevano numerose e continue segnalazioni malfunzionamenti e criticità al di là delle prevedibili difficoltà del cambiamento nelle modalità di lavoro.
Ciò aumenta i tempi di lavoro e si riduce il tempo che medici e infermieri possono dedicare all’assistenza con un aumentato rischio per la salute dei pazienti e aumentando l’insoddisfazione degli stessi con possibile conseguente aumento del contenzioso medico legale.