Il segretrio provinciale del Pd Franco Bonfante con i suoi consiglieri comunali entra in guerra contro la Fondazione Arena, si schiera con il sindaco e sfrerra subito un attacco sullo stesso obiettivo sul quale s’erano concetrate nei giorni scorsi le forze di Tommasi per sottrarre alla sovirntendente Cecilia Gasdia il controllo della società Arena di Verona srl, che è quella che organizza tutti gli spettacoli che non riguardano la lirica. Il Pd vorrebbe che questa importante emanazione della Fondazione Arena venisse gestita ‘in house’, come l’Amia, direttamente dal Comune, anullando la concessione data a suo tempo dal Comune e diffidando la società Arena di Verona srl dal fare dei contratti per gli spettacoli del prossimo anno. Un attacco, quello illustrato ieri da Bonfante e dal consigliere comunale Alessia Rotta, che, come per il Sindaco, punta a colpire Cecilia Gasdia.
Che la logica che sottende questa posizione del Pd risponda esclusivamente alla necessità di scendere in campo a fianco di Tommasi nella guerra che ha dichiarato alla Fondazione Arena è evidente. D’altra parte come si potrebbe giustificare altrimenti?
I risultati della gestione Gasdia sulla Fondazione Arena nel suo complesso e quelli del lavoro fatto sugli spettacoli extralirici sono sotto gli occhi di tutti. Successi inanaellati uno dietro l’altro a partire dalla riapertura dopo la pandemia fino ad oggi. Serate sold out a raffica. I più importanti artisti della musica vogliono venire a Verona: esibirsi in Arena è diventato ormai un punto d’arrivo per certificare il proprio successo. L’immagine della città, veicolata da serate su serate trasmesse dalla Rai, è arrivata a livelli mai raggiunti prima con una ricaduta sull’economia veronese di tutto rispetto. Che cosa vogliono più gli esponenti del Pd?
E ancora: quand’anche la gestione di tutta questa importante fetta degli spettacoli areniani fosse data in mano direttamente dal Comune, dove sono le competenze e le capacità per farlo? Per ottenere i risultati ottenuti finora c’è voluta tutta l’esperienza e la professionaità di uno dei più grandi manager dello spettacolo come Gianmarco Mazzi, che in cinque anni, nonostante due di Covid, ha messo in piedi un team che sta funzinando egregiamente. Dove stanno a Palazzo Barbieri le persone in grado di fare altrettanto? Tutto questo il Pd non può non saperlo. L’uscita va letta solo come una discesa in campo in soccorso del sindaco.