La Traviata di Zeffirelli era stata pensata come summa di tutte le Traviate e inaugurò il Festival 2019. Fu l’ultima a firma di Franco Zeffirelli, che vi lavorò a lungo, ma non poté vedere il successo e sentire l’affetto che accolsero da subito l’accolsero.
Con il suo centenario L’Arena di Verona celebra anche i 100 anni dalla nascita del grande maestro fiorentino. Sabato 8 luglio torna in scena La Traviata che fu la sua ultima opera per l’Anfiteatro, costumi di Maurizio Millenotti, luci di Paolo Mazzon e coreografie di Giuseppe Picone, per la prima di sei serate con i migliori artisti internazionali.
Tutto italiano il cast della prima: il soprano Gilda Fiume, al fianco di Francesco Meli e Luca Salsi. Sul podio al debutto stagionale l’applaudito e giovanissimo maestro Andrea Battistoni, veronese doc, alla guida dell’Orchestra di Fondazione Arena e del Coro istruito da Roberto Gabbiani (qui il nostro video).
Le stelle si susseguono anche nelle repliche, dalle protagoniste Lisette Oropesa, Nadine Sierra e Anna Netrebko (che darà l’addio al ruolo nell’eccezionale serata conclusiva del Festival diretta da Marco Armiliato), ai tenori Vittorio Grigolo e Freddie De Tommaso, ai baritoni Simone Piazzola, Artur Rucińsky e Ludovic Tézier.
Il Ballo di Fondazione Arena coordinato da Gaetano Petrosino anima la festa del second’atto con due solisti d’eccezione per la prima e l’ultima data: i primi ballerini del Teatro alla Scala Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko. Nelle recite successive si alterneranno nel ruolo anche Liudmila Konovalova e Davide Dato, primi ballerini dell’Opera di Stato di Vienna, entrambi al debutto in Anfiteatro.
Dopo la prima di sabato 8 luglio, repliche 14 e 27 luglio, 19 e 26 agosto, 9 settembre.
«Il 100° Festival è un’antologia delle produzioni più amate degli ultimi anni – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona – e questa Traviata è molto amata da coloro che scelgono l’Arena per scoprire la dimensione più spettacolare dell’opera in allestimenti d’impatto ma rispettosi dell’iconografia tradizionale. Da solista, ho avuto la fortuna di conoscere Franco Zeffirelli quarant’anni fa proprio con questo capolavoro di Verdi studiato con lui e Kleiber, e nel segno di Traviata ho avuto l’onore di affidargli la sua ultima produzione compiuta, che è anche un omaggio ai suoi 100 anni e al suo sconfinato amore per l’opera, visibile in ogni dettaglio».
«A 170 anni dalla sua prima, La Traviata è ancora oggi l’opera più rappresentata al mondo – aggiunge Stefano Trespidi, Vicedirettore artistico di Fondazione Arena – e quello che il pubblico può trovare all’Arena di Verona, nella lettura del maestro Zeffirelli, è forse lo spettacolo per antonomasia, in un certo senso La Traviata dei sogni.