La convention europea degli ambientalisti ideologici si chiama Beyond Growth (Al di là della Crescita) e si tiene ogni anno a Bruxelles. A metà maggio le varie organizzazioni aree si sono riunite presso il Parlamento Europeo a sottolineare l’unità di intenti fra gli ambientalisti e la massima assise dell’Ue.

Protagonista  di Beyond Growth 2023 è stata l’attivista belga Anna De Wever. Per capire che cosa c’è nella testa degli ambientalisti ideologici che stanno condizionando la vita degli europei è utile sapere che cosa propone la giovane leader ecologista.
Al primo punto del suo programma c’è una generica redistribuzione della ricchezza. Non specifica né perché né come. E nemmeno che cosa c’entri con l’ambiente. L’idea di correggere degli squilibri in sé è giusta. Ma buttata lì così, senza un minimo di analisi, sembra più che altro un modo per dare alle proprie posizioni uno spessore politico che non hanno e fare l’occhiolino a quei pochi epigoni del comunismo che sono rimasti.
Il secondo punto è la “cancellazione il debito climatico”: secondo loro il Nord ha un obbligo ecologico nei confronti del Sud del mondo. Poco importa se tutti i vantaggi del progresso scientifico e tecnologico dell’umanità sono arrivati dal Nord. La sua colpa è che ha creato le maggiori emissioni di gas serra e attraverso le multinazionali ha saccheggiato le risorse naturali. Poco importa se adesso queste sono prodotte in modo incontrollato dai paesi emergenti.
Altra proposta bizzarra è il “reddito universale di base”. Una specie di reddito di cittadinanza mondiale. Che implica, ovviamente, la costituzione, di un governo mondiale. Ma non spiega come instaurarlo. A meno che non lo si consideri già instaurato e che la sua esistenza vada solo formalizzata.
Altro punto di forza è la decrescita. Un concetto che potrebbe anche preso in considerazione seria dato che ha il suo fondamento logico in un evidenza lapalissiana: il mondo è un sistema finito e quindi la crescita non può essere infinita, come invece pretenderebbe il sistema turbo-capitalista. Solo che a decrescere, secondo l’attivista che ha tenuto banco a Beyond Growth 2023, dev’essere solo il Nord del mondo. Cioè noi.
Come realizzare questo programma bislacco? Semplice: distruggendo “la supremazia bianca”. Che cosa c’entri la supremazia bianca con l’economia e l’inquinamento lo sa solo l’Anuna De Wever che, al pari dei suoi compagni, mescola razza e ambiente, individuando nella ‘bianchezza’ l’essenza del capitalismo che distrugge il pianeta. Ma non s’era detto che le razze non esistono? E allora perché tirano fuori la “supremazia bianca”?

Siamo alla follia politica. Follia che comunque trova rappresentanza nel 10% dell’Europarlamento. Una minoranza che, ben finanziata e ben supportata dalle istituzioni continentali, da certi ambienti della finanza e della pseudo-cultura, è arrivata a condizionare pesantemente le leggi che vengono emanate dall’Ue e che gli stati membri sono costretti a recepire nella loro legislazione. Le elezioni europee dell’anno prossimo sono un’occasione unica per fare piazza pulita di questi pericolosi esaltati che trovano ed hanno trovato il sostegno del centrosinistra che governa l’Ue. La tendenza a destra che si è manifestata in importanti membri dell’unione, a cominciare dall’Italia, può essere l’inizio di una nuova fase che rimetta la cose al loro posto. A cominciare dalle auto elettriche e le case green.